Una delle pagine più tragiche della storia della Resistenza bolognese è quella degli eccidi di San Ruffillo, perpetrati dai nazifascisti tra il 10 febbraio e il 17 aprile 1945, a guerra ormai persa, presso i ruderi della piccola stazione ferroviaria posta alla periferia sud-est del capoluogo regionale.
Gruppi di partigiani catturati nelle settimane precedenti a Bologna, Imola, Castelfranco Emilia e Bondeno vennero prelevati dalle carceri di San Giovanni in Monte, condotti nei pressi della stazione di San Ruffillo, ridotta a un cumulo di macerie dai bombardamenti alleati, e fucilati da militi repubblichini e da SS tedesche. I cadaveri furono poi gettati nei crateri prodotti dai bombardamenti, usati come fosse comuni. Gli eccidi rimasero ignoti fino al maggio 1945, quando alcuni corpi cominciarono a riaffiorare dal terreno.
Da allora sono passati 79 anni, ma Bologna non dimentica e proprio lì, in prossimità dei binari, ancora una volta si appresta a ricordare quei morti. La cerimonia commemorativa si svolgerà sabato 25 maggio. Ritrovo alle ore 10.00 presso la stazione ferroviaria di San Ruffillo, dove è collocato il pannello che ricorda i fucilati lungo i binari. A seguire corteo e posa di corone presso il monumento eretto nel 1967 nella vicina piazza Caduti di San Ruffillo.
Qui prenderanno la parola Stefano Caliandro, consigliere regionale in rappresentanza della Regione Emilia Romagna, e Marzia Benassi, presidente del Quartiere Savena in rappresentanza del Comune di Bologna.
Il prospetto principale del monumento posto in piazza Caduti di San Ruffillo porta la seguente epigrafe, quale monito per tutte le generazioni: «Da queste fosse rosse di sangue risuona la voce dei partigiani trucidati dai nazifascisti ad ammonire i vivi che non c’è civile grandezza senza libertà ed amore».
Sugli altri tre lati del monumento sono riportati i nomi di 83 martiri (ma il numero delle vittime fu sicuramente più alto in seguito alle denunce di scomparsa di persone e partigiani avvenute in quel periodo) raggruppati per comune di provenienza.
Tra cui Imola, con dieci nomi: Cardelli Otello (aveva 18 anni), Coralli Ugo (19 anni), Frascari Zelino (20 anni), Gardi Armando (43 anni), Gollini Vladimiro (23 anni), Grandi Walter (24 anni), Loreti Enea (18 anni), Marabini Rocco (21 anni), Volta Angelo (19 anni), Zotti Vittorio (21 anni). Nomi scolpiti «a perenne memoria» anche sulla lapide affissa all’esterno della sezione Anpi di Imola, in piazzale Giovanni dalle Bande Nere.
PER SAPERNE DI PIÙ:
Il partigiano imolese Rocco Marabini fucilato l’1 marzo 1945 a San Ruffillo
16 marzo 1945, nove imolesi vengono trucidati a San Ruffillo
Otello Cardelli, nato a Osteriola, barbaramente fucilato a San Ruffillo coi compagni di lotta
Ugo Coralli, giovane sappista ardimentoso e pieno di fede trucidato a San Ruffillo
Zelino Frascari, giovane conselicese arrestato a Osteriola, scomparso nelle fosse di San Ruffillo
Vladimiro Gollini si consegna ai tedeschi per evitare la rappresaglia su civili innocenti
Il fornaio Enea Loreti, denunciato da una spia, viene incarcerato, torturato e ucciso a San Ruffillo