27 ottobre, Bologna ricorda i 270 fucilati dai nazifascisti al poligono di tiro

27 ottobre, Bologna ricorda i 270 fucilati dai nazifascisti al poligono di tiro

Bologna si appresta a rinnovare il ricordo delle 270 persone (antifascisti, partigiani, ebrei, renitenti alla leva, disertori…) che furono fucilate al poligono di tiro di via Agucchi, oggi Tiro a segno nazionale, nel periodo che va dall’8 settembre 1943, giorno in cui venne reso noto l’armistizio (di fatto la resa incondizionata del Regno d’Italia alle forze alleate) e conseguente inizio dell’occupazione nazista, fino alla liberazione della città, avvenuta il 21 aprile 1945.

Nel lungo elenco delle vittime vi sono anche quattro imolesi. I loro nomi sono scolpiti «a perenne memoria» nella lapide posta sul muro esterno della sezione Anpi di Imola, in piazzale Giovanni dalle Bande Nere 14, di lato all’entrata della sede. Si tratta dell’insegnante di musica Alessandro Bianconcini, 35 anni, antifascista, combattente in Spagna e partigiano; del professor Francesco D’Agostino, 62 anni, già medico personale di D’Annunzio, primario chirurgo all’ospedale civile di Imola e poi direttore dell’ospedale militare; e dei fratelli Bartolini, Alfredo di 28 anni, operaio della Cogne, e Romeo di 43 anni, anch’egli operaio alla Cogne, arrestati sulla base di voci infondate e solo il primo con precedenti politici in quanto aveva fatto parte della guardia nazionale patriottica.

Furono condannati a morte per rappresaglia in un processo farsa celebrato in fretta e furia dopo l’uccisione del segretario federale del Partito fascista repubblicano di Bologna Eugenio Facchini, a opera di un nucleo di gappisti. Assieme a loro, quel 27 gennaio 1944, furono fucilati al poligono di tiro altri quattro antifascisti o ex fascisti invisi al regime: Silvio Bonfigli, 58 anni, impiegato, ex console della milizia; Cesare Budini, 46 anni, geometra; Ezio Cesarini, 41 anni, giornalista del «Carlino»; Zosimo Marinelli, 50 anni, operaio.

In onore di Alessandro Bianconcini, già comandante della 7ª Brigata Gap, quella che era nata nei primi mesi del 1944 come 4ª Brigata d’assalto Garibaldi, operante sull’Appennino faentino-imolese, nell’estate dello stesso anno assumerà il suo nome divenendo la 36ª Brigata Garibaldi «Alessandro Bianconcini», formazione che scriverà pagine gloriose indimenticabili nella lotta di Liberazione.

Quest’anno la cerimonia in ricordo dei 270 fucilati si svolgerà venerdì 27 ottobre, con inizio alle ore 10, presso il Tiro a segno nazionale di via Agucchi 98. Prenderanno la parola Federica Mazzoni, presidente del Consiglio del Quartiere Navile, Franco Ruvoli, in rappresentanza dell’Anpi provinciale di Bologna, e Graziella Giorgi, consigliera delegata ai Percorsi di memoria del Quartiere Borgo Panigale – Reno. Saranno presenti delegazioni di studenti della scuola secondaria di primo grado «Francesco Maria Zanotti» e dell’Itc «Rosa Luxemburg».

PER SAPERNE DI PIÙ:

Un monumento ricorda i fucilati nel poligono di tiro tra il 1943 e il 1945

Dalla Spagna a via Agucchi, la tragica epopea di Alessandro Bianconcini

La fucilazione del professor D’Agostino impressionò il ceto benestante

Alfredo e Romeo Bartolini e altri sei compagni fucilati per dare l’esempio

NELLA FOTO: IL MONUMENTO ERETTO NEL PARCO DEL TIRO A SEGNO DI VIA AGUCCHI
IN RICORDO DELLE 270 PERSONE FUCILATE DAI NAZIFASCISTI IN QUEL LUOGO.