L’onorevole Bruno Solaroli, presidente dell’Anpi di Imola, l’aveva pensata e voluta. Ma purtroppo la sua morte, sopravvenuta nella notte fra l’1 e il 2 marzo 2020 a causa di un malore improvviso, e poi le successive restrizioni dovute alla pandemia di Covid, ne avevano rimandato lo svolgimento a data da destinarsi. Finalmente lo scorso sabato 18 giugno 2022, nella tarda mattinata, si è svolta (per la prima volta) la cerimonia commemorativa dei quattro antifascisti vilmente uccisi dai brigatisti neri nella frazione imolese di San Prospero durante il ventennio e la successiva occupazione militare nazista.
Fulvio Andalò, del Comitato direttivo dell’Anpi di Imola, ha ricordato chi erano i quattro antifascisti e in quale occasione vennero assassinati: il bracciante anarchico Ugo Masré colpito mentre stava trebbiando il grano; il sindacalista comunista Giuseppe Casadio Gaddoni ucciso in un agguato sotto gli occhi del figlio mentre stava rincasando di sera; il barrocciaio Natale Bolognesi, di Massa Lombarda, fuggito nella frazione imolese per evitare gli sgherri neri, ma scoperto, venne circondato e trucidato; e il giovane mezzadro Gino Geminiani, prelevato di notte da casa da nazisti e repubblichini e mitragliato lungo via Umido, dove oggi c’è un cippo che ne ricorda il sacrificio.
Mentre il primo cittadino di Imola, Marco Panieri, prendendo spunto dalla lapide che si trova sulla parete esterna della storica ex casa del popolo (venne inaugurata il 17 dicembre 1911), oggi centro sociale, ha rimarcato a sua volta l’importanza e l’attualità di valori quali «la libertà, il lavoro e la pace» per la difesa dei quali i quattro antifascisti persero la vita durante la dittatura mussoliniana e l’occupazione militare tedesca dell’Italia.
Oltre al sindaco Panieri, presenti alla cerimonia anche il presidente del Consiglio comunale, Roberto Visani, il vicesindaco e assessore Fabrizio Castellari, l’assessora Daniela Spadoni, il presidente del Centro sociale sanprosperese Giuseppe Franceschelli e l’ex presidente Fulvio Fabbi, Ettore Bacchilega dell’Anpi di Sesto Imolese, il partigiano Vittorio Gardi, figlio di Armando Gardi, martire di San Ruffillo, la novantaquattrenne Apollonia Bedeschi, nipote dell’antifascista Giuseppe Casadio Gaddoni, e il novantottenne Claudio Tozzi. Al termine, posata una corona d’alloro. Nella frazione, quattro strade sono intitolate ai quattro martiri.
Uccisi dai fascisti a San Prospero: Ugo Masrati, Giuseppe Casadio Gaddoni e Natale Bolognesi
Un cippo su via Umido ricorda il sacrificio di Rino Geminiani