Torna a Imola «Punti di luce: essere una donna nella Shoah», visitabile dal 18 al 31 gennaio

Torna a Imola «Punti di luce: essere una donna nella Shoah», visitabile dal 18 al 31 gennaio

In occasione del «Giorno della Memoria» ritorna ad Imola la mostra «Punti di Luce: essere una donna nella Shoah», su iniziativa dell’Associazione PerLeDonne, dell’Anpi, dell’Aned (l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti), del Cidra (il Centro imolese documentazione resistenza antifascista e storia contemporanea), dell’Istituto di istruzione superiore «Bartolomeo Scappi» e col patrocinio del Comune di Imola.

Trenta pannelli che raccontano l’Olocausto, ovvero lo sterminio del popolo ebraico e di altre minoranze messo in atto dalla Germania nazista e dai suoi alleati, così come venne vissuto dalle donne: le loro reazioni e le loro scelte davanti alla brutalità e alla disumana ferocia che furono costrette ad affrontare.

Pannelli che resteranno allestiti da mercoledì 18 gennaio e fino a martedì 31 gennaio presso gli spazi dell’ex bar Bacchilega, lo storico locale di Imola posto in via Emilia 167, al piano terra del municipio, coi seguenti orari di apertura: tutti i giorni dalle ore 10 alle 13, venerdì sabato e domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

Giovedì 19 gennaio, alle ore 10.30, si svolgerà la presentazione pubblica della mostra, con i saluti istituzionali ai quali seguirà la prolusione da parte della professoressa Antonella Salomoni, docente di Storia della Shoah e dei genocidi presso il dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell’Università di Bologna.

In particolare, l’esposizione esplora nove aspetti della vita quotidiana delle donne ebree durante il dramma della deportazione subita ad opera dei nazisti: l’amore, la maternità, la cura per gli altri, la femminilità, la resistenza, l’amicizia, la fede, il cibo e l’arte, indagati nei loro significati più profondi e in relazione all’orrore del periodo più buio della nostra storia recente. Ciascuno di questi nove aspetti sarà infatti affrontato attraverso storie di vita personale narrate in prima persona.

Dal 2005, ogni 27 gennaio il mondo celebra il Giorno della Memoria. Una data per non dimenticare, indicata dalle Nazioni Unite per ricordare i milioni di uomini, donne, anziani e bambini uccisi nei campi di concentramento nazisti. La data del 27 gennaio è stata scelta perché proprio quel giorno, nel 1945, le truppe sovietiche abbatterono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, rivelando al mondo la realtà del genocidio in tutto il suo orrore.

Dietro a quei cancelli i soldati dell’Armata Rossa trovarono alcune migliaia di sopravvissuti ridotti a scheletri viventi, insieme a montagne di cadaveri, a strumenti di tortura e di morte, come le camere a gas e i forni crematori, a tonnellate di capelli, di abiti, occhiali e scarpe appartenuti alle vittime.

Per questa ragione ogni anno, il 27 gennaio, la memoria di quei tragici eventi viene rinnovata tramite lo svolgimento di iniziative, come la mostra «Punti di Luce» curata dallo Yad Vashem di Gerusalemme (il Centro mondiale per la memoria della Shoah), giunta in Italia per l’impegno dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna.

In Italia il Giorno della Memoria è stato introdotto ufficialmente come ricorrenza con la legge del 20 luglio 2000, cinque anni prima rispetto alla ricorrenza internazionale proclamata dall’Onu, al fine di ricordare non solo la Shoah ma anche «le leggi razziali approvate sotto il fascismo, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, tutti gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte» e al contempo rendere merito a «tutti coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e che a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».

 

LA MOSTRA «PUNTI DI LUCE», CURATA DALLO YAD VASHEM DI GERUSALEMME
(IL CENTRO MONDIALE PER LA MEMORIA DELLA SHOAH) E’ GIUNTA IN ITALIA
GRAZIE ALL’IMPEGNO DELL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA