«Bologna 1919-1922. Le origini del fascismo tra storia e media»

«Bologna 1919-1922. Le origini del fascismo tra storia e media»

In occasione del centenario della Marcia su Roma, che segnò, di fatto, la presa del potere del fascismo in Italia, l’Istituto storico Parri terrà un convegno il 27 ottobre, a partire dalle ore 17.00, presso la propria sede in via Sant’Isaia 20, a Bologna.

In particolare saranno presentati i risultati di un lavoro di ricerca di ambito regionale che ha coinvolto tutta la rete emiliano-romagnola degli istituti storici, concretizzatosi in particolare nella creazione di un portale nel quale sono state mappate le azioni di violenza politica in Emilia Romagna nel periodo 1919-1922 e su cui sono disponibili materiali fotografici e documentali, scritti, biografie e autobiografie dei protagonisti del periodo.

Oltre agli eventi affrontati da un punto di vista storiografico sui fatti e sul contesto bolognese e imolese, alla presentazione si parlerà anche delle molte rappresentazioni del fascismo in questi cento anni, soprattutto nell’ambito cinematografico.

Ecco il programma. L’iniziativa si aprirà coi saluti del presidente dell’Istituto storico Parri, Virginio Merola. La prima parte («Verso la marcia su Roma») vedrà Andrea Baravelli, dell’Università di Ferrara, affrontare «Le origini del fascismo in Emilia Romagna e il progetto della rete regionale degli istituti», Federico Chiaricati, dell’Università di Trieste – Istituto storico Parri, sviluppare «Le origini del fascismo a Bologna» e Simeone Del Prete, dell’Università di Padova, cimentarsi a sua volta con «Le origini del fascismo nel circondario imolese».

La seconda parte («Cento anni di immaginario. Fascismo e media») vedrà prima Luisa Cigognetti, dell’Istituto storico Parri, spaziare «Dal cinema al web: rappresentare il fascismo», con proiezione di spezzoni del filmato restaurato «A noi!»; a seguire Tommaso Cherchi e Federico Chiaricati, dell’Istituto storico Parri, spiegare in cosa consiste «Il portale web sulle origini del fascismo, un progetto di digital history».