Viva il 25 Aprile, viva la pace

Viva il 25 Aprile, viva la pace

In questi giorni bui è un momento di contentezza, se non proprio di vera felicità, tornare in questa piazza piena di gente a festeggiare con voi la Liberazione, a Imola il 14 aprile e in tutta Italia il 25 aprile di 77 anni fa: la guerra era finita, il fascismo sconfitto, gli invasori nazisti scacciati, la pace, la libertà, la democrazia, il voto alle donne conquistati grazie alla Resistenza ed alla lotta di Liberazione e al rinato esercito italiano insieme agli alleati. Finita la paura degli assassinii, delle torture, delle angherie, finito il terrore degli arresti, delle deportazioni, delle fucilazioni, dell’olio di ricino, delle botte dei manganelli delle squadracce fasciste. E, si sperava, finita la fame, la miseria, si potesse guardare ad un futuro positivo. Il mondo era cambiato: la Repubblica, libere elezioni, l’Assemblea Costituente e – finalmente – la Costituzione antifascista, la legge fondamentale dello Stato, entrata in vigore nel 1948, 74 anni fa.

Permettetemi una parentesi per ripetere le parole che Teresa Mattei nel 1947 pronunciò all’Assemblea Costituente:

… qualcosa di nuovo sta accadendo nel nostro Paese. Non a caso, fra le più solenni dichiarazioni che rientrano negli articoli di queste disposizioni generali, accanto alla formula che delinea il volto nuovo, fatto di democrazia, di lavoro, di progresso sociale della nostra Repubblica, accanto alla solenne affermazione della nostra volontà di pace e di collaborazione internazionale, accanto alla riaffermata dignità della persona umana, trova posto la non meno solenne e necessaria affermazione della completa eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di condizioni sociali, di opinioni religiose e politiche. Questo basterebbe a dare un preminente carattere antifascista a tutta la nostra Costituzione, perché proprio in queste fondamentali cose il fascismo ha tradito l’Italia, togliendo all’Italia il suo carattere di Paese del lavoro e dei lavoratori, togliendo ai lavoratori le loro libertà, conducendo una politica di guerra, una politica di odio verso gli altri Paesi, facendo una politica che sopprimeva ogni possibilità della persona umana di veder rispettate le proprie libertà, la propria dignità, facendo in modo di togliere la possibilità alle categorie più oppresse, più diseredate del nostro Paese di affacciarsi alla vita sociale, alla vita nazionale e togliendo quindi anche alle donne italiane la possibilità di contribuire fattivamente alla costituzione di una società migliore, di una società che avanzasse sulla strada del progresso, sulla strada della giustizia sociale. Salutiamo quindi con speranza e con fiducia la figura di donna che nasce dalla solenne affermazione costituzionale.

… E’ purtroppo ancora radicata nella mentalità corrente una sottovalutazione della donna, fatta un po’ di disprezzo e un po’ di compatimento, che ha ostacolato fin qui grandemente ed ha addirittura vietato l’apporto pieno delle energie e delle capacità femminili in numerosi campi della vita nazionale.

Sono parole pronunciate 75 anni fa da una partigiana, una delle 21 donne elette nella Assemblea Costituente. Sono tratte dal librro “Partigiane” presentato sabato scorso dalla libreria “Il Mosaico”.

Non ci trovate anche voi una preoccupante attualità? E d’altro canto non ci trovate anche voi la grande attualità della carta costituzionale?

Dobbiamo avere memoria per impedire che le tragedie che i nostri padri, i nostri nonni e molti di voi allora bambini hanno vissuto, possano ripetersi e – al contrario – per ricordare e rinnovare i valori per i quali hanno sofferto ed in tanti hanno sacrificato la loro vita: libertà, democrazia, uguaglianza, solidarietà, pace.

Dobbiamo avere memoria di quanto la guerra sia crudele e dobbiamo avere memoria di quanto gli uomini possano essere crudeli.

Ma anche dobbiamo avere memoria di quanto gli uomini e le donne possano essere valorosi e grandi nel perseguire e difendere quei valori di libertà, democrazia, uguaglianza, solidarietà, pace che dobbiamo avere sempre al centro delle nostre battaglie.

La Costituzione resta il faro che ancora oggi deve guidare l’azione dei democratici e degli antifascisti. La Costituzione è antifascista, per definizione e per contenuti. E non è un caso se – a fronte dei momenti più difficili in Italia come in ogni altro Paese, anche in Europa – ogni volta risorgono episodi e organizzazioni che si rifanno alla concezione del fascismo. Basti pensare anche a Imola dove recentemente c’è stato un tentativo di togliere il termine antifascista dallo statuto del Comune di Imola. O basti pensare a come le organizzazioni neofasciste si sono infiltrate alla testa del movimento dei no vax per assaltare la sede della Camera del Lavoro di Roma, così come cento anni fa fecero i fascisti in tutta Italia.

Certo sono passati tanti anni da quel 25 aprile quando il fascismo è stato sconfitto e certo quei tempi, quegli episodi, quelle tragedie, i campi di sterminio, la guerra, le uccisioni, le torture possono oggi sembrare soltanto ricordi del passato, destinati naturalmente a non ripetersi.

I ragazzi di oggi, i giovani studenti, ma anche chi ha qualche anno in più, come possono conoscere e comprendere la terribile storia dell’Italia del ventennio fascista, delle leggi razziali, delle violenze, delle uccisioni, delle sopraffazioni cui furono sottoposti gli italiani? Furono trascinati nelle guerre coloniali e nella tragedia della seconda guerra mondiale, cui seguì l’occupazione nazista.

Per questo dobbiamo continuare a coltivare la memoria, perché la storia ci insegna che nessuna conquista è assicurata per sempre. L’ANPI, il CIDRA, l’ANED e le Amministrazioni locali supportano e sostengono – anche con il progetto “Quando un posto diventa un luogo” – il lavoro degli insegnanti, degli animatori e degli antifascisti che coltivano questa memoria nella scuola. Ma la scuola dovrebbe fare di più e dare la giusta importanza nei programmi a tutto il novecento.

Quanto avviene oggi nel mondo, in Europa, nel nostro Paese ci può lasciare davvero tranquilli?

E non parliamo soltanto del gravissimo problema ambientale e del cambiamento del clima che noi stessi abbiamo provocato e che rischia di lasciare alle prossime generazioni un mondo inospitale.

Le difficoltà economiche, la disoccupazione in particolare dei giovani, la povertà di tanti contrapposta all’estrema ricchezza di pochi, il bullismo, le infiltrazioni mafiose, la violenza gratuita, il razzismo contro gli ebrei, contro chi ha la pelle nera, contro i diversi, contro gli omosessuali, le riprese maschiliste delle concezioni, mai davvero superate, che considerano inferiore la donna, le ingiustizie sociali: sono tutti elementi che minano il vivere civile e innescano a loro volta reazioni sbagliate o esagerate e ingigantiscono percezioni di insicurezza e di qualunquismo.

Le libertà personali e collettive, l’uguaglianza, la non discriminazione, ottenuti con dure lotte sociali e politiche, sono princìpi fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione dai quali non si può arretrare di un solo passo.

La nostra Costituzione ha un valore immenso nella nostra vita e nel nostro tessuto politico e sociale. È la Costituzione antifascista, è la sua applicazione che dobbiamo difendere. È nella Costituzione e nelle leggi successive che si vieta la ricostituzione del partito fascista, che se ne vieta la propaganda. Per questo va fortemente richiesta allo Stato e alle forze dell’ordine l’applicazione contro formazioni come “ordine nuovo” o “casa pound” che professano apertamente ideali neofascisti.

Il fascismo non è un’opinione, è un reato! e come tale va trattato. E’ ora che venga sancito ancora più fortemente. Per capirci: ogni persona può pensarla singolarmente come vuole, ma non può costituire organizzazioni, associazioni, forze politiche che si rifacciano a valori – o per meglio dire a dis-valori – che cento anni fa e per un ventennio hanno oppresso gli italiani. Il fascismo è stato sconfitto ed oggi noi lo ribadiamo. E quando dico noi intendo gli antifascisti e i democratici cioè tutti eccetto i fascisti.

Oggi noi stiamo – spero – festeggiando anche l’inizio della fine del bruttissimo periodo che ci ha colpito da due anni a questa parte. La pandemia, che tanti lutti ha provocato e che a tante privazioni ci ha costretto. Due sole cose voglio dire.

La prima è che non dobbiamo abbassare la guardia: molte precauzioni che abbiamo imparato ad avere in questo periodo dovremo ancora ed ancora perseguirle per molto tempo. La scienza ci ha aiutato con i vaccini e ci aiuterà ancora con nuove forme di farmaci, forse anche con un vaccino valido sia per l’influenza che per il covid, ma spetta anche a noi con il nostro stile di vita e con atteggiamenti il più possibile salutari salvaguardare la nostra salute e quella degli altri.

La seconda è che la pandemia ha provocato e provocherà ancora problemi e disagi sia dal punto di vista economico che da quello sociale e politico. Ho già accennato alla crisi economica ed al pericolo climatico e ambientale che stavamo cercando di affrontare prima dell’insorgere della pandemia. Sono tre questioni – economia, ambiente e pandemia – che dobbiamo cercare di affrontare e di vincere contemporaneamente e contestualmente in Italia, in Europa e nel mondo, comprendendo che non possiamo più permetterci battute d’arresto in nessuna di esse. E qui mi permetto un appello alla politica, alle forze politiche. Anche in questo caso è la Costituzione che ci può aiutare: i partiti sono fondamentali in una democrazia parlamentare rappresentativa come la nostra e sono chiamati a operare per il ben comune. Dico solo una cosa: lo facciano! E anche per loro vale il faro della Costituzione antifascista.

Ho citato tre questioni che ci stanno di fronte: economia, ambiente, salute.

Purtroppo a queste se ne è aggiunta una quarta, che introduco citando una poesia di Gianni Rodari:

Si intitola Promemoria

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.

Ecco: la guerra. E anche qui si tratta di memoria e di Costituzione. Memoria perché chi fa la guerra sicuramente non ricorda cos’è davvero la guerra e non rispetta la Costituzione perché la Costituzione dice che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Peccato che la Russia non abbia la nostra memoria e la nostra stessa Costituzione e che il dittatore Putin abbia ordinato alle truppe russe di invadere l’Ucraina. Ma sono la nostra memoria e la nostra Costituzione che ci impongono di condannare senza mezzi termini la Russia e di solidarizzare con la resistenza dello Stato ucraino, con il suo popolo e con i suoi profughi.

E sono la nostra memoria e la nostra Costituzione che ci chiedono di invocare e perseguire la pace, così come fa anche il Papa.

L’Italia, l’Europa e l’ONU devono operare con il massimo dell’impegno e della pressione sulla Russia per ottenere il cessate il fuoco e l’inizio di una trattativa seria per porre termine a questo genocidio.

La guerra non può e non deve essere una opzione in campo cui ci si adegua.
E’ la pace l’unica opzione.

Viva il 25 aprile! Viva la Resistenza!
Viva la Costituzione! Viva l’Italia! Viva la pace!