Un libro della Bacchilega Editore ricorda «Bruno Solaroli l’uomo, il politico»

Un libro della Bacchilega Editore ricorda «Bruno Solaroli l’uomo, il politico»

Sono passati ormai più di tre anni da quella notte, fra domenica 1 e lunedì 2 marzo 2020, quando Bruno Solaroli se n’è andato all’età di 81 anni, stroncato da un malore improvviso. E nel terzo anniversario della sua morte, la cooperativa editrice Corso Bacchilega, di cui Solaroli è stato presidente, ha voluto dedicargli «Bruno Solaroli l’uomo, il politico», libro curato da Paolo Mattiussi, Marco Pelliconi e Leana Sanniti, la moglie di Solaroli. Opera presentata lo scorso 9 maggio, in una salata delle Stagioni gremita di pubblico.

Uomo dalla forte personalità e politico di lungo corso, tra le tante cariche ricoperte Solaroli è stato anche presidente dell’Anpi di Imola dall’8 febbraio 2011 a fine 2018. «Bruno – racconta Mattiussi, che fa parte del Comitato direttivo dell’Anpi di piazzale Giovanni dalle Bande Nere – non faceva parte della generazione dei partigiani, ma ne ha interpretato appieno lo spirito di sacrificio e quella volontà di riscatto sociale che hanno dato vita alla lotta di Resistenza all’oppressione fascista e spinto tanti a partecipare attivamente alla guerra di Liberazione dall’occupazione nazifascista.

L’antifascismo, incarnato nei valori di libertà, di equità e di giustizia sociale, di solidarietà, e i principi di democrazia fondanti la nostra Costituzione hanno costituito un tratto di continuità nelle sue diverse e importanti attività di dirigente politico, dal Pci al Pd, di sindaco, di parlamentare e di uomo di Governo. Bruno ha interpretato appieno la voglia di guardare avanti e operare per quel futuro che i partigiani avevano immaginato e per il quale avevano combattuto per conquistare la pace, la libertà, il lavoro e il progresso sociale».

Solaroli ha sempre dedicato grande attenzione a Imola e al suo territorio. E, come suo costume, alle prese di posizione politica facevano poi seguito atti e realizzazioni concrete. Come la costituzione del Cidra, il Centro Imolese di Documentazione sulla Resistenza Antifascista e Storia Contemporanea, che fu fondato con lui sindaco nel 1983, con la coraggiosa scelta di mettere a disposizione la prestigiosa Casa Gandolfi e seguendone l’attività e non lesinando il sostegno.

«L’elezione di Bruno Solaroli a presidente dell’Anpi di Imola – continua Mattiussi – non è quindi avvenuta per caso. Tanto meno questo incarico è stato un “riconoscimento a fine corsa”. Il suo impegno è stato forte e pieno dell’esperienza maturata. Non si è limitato a proclami ed a poco suadenti discorsi retorici, ma ha messo in campo impegni concreti e interventi che scaldavano i cuori, con una grande attenzione alle giovani generazioni».

«Bruno è stato un grande presidente della sezione imolese dell’Anpi, portando l’associazione dei partigiani e degli antifascisti a conseguire un indubbio prestigio non solo a livello imolese, ma pure provinciale e regionale, lungo una linea di unità e pluralismo per svolgere appieno la missione antifascista e di memoria dinamica dell’Anpi, ereditata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione che hanno ridato dignità all’Italia e conquistato la democrazia».

Una linea che, facendo leva sui principi e sui valori della Costituzione, negli ultimi anni ha consentito nell’imolese di accrescere il numero delle sezioni e quasi raddoppiare il numero degli iscritti, arrivando a più di 800 a Imola e ad oltre 1300 nel Circondario. «Ripeteva sempre che, data la scomparsa per ragioni anagrafiche dei partigiani, l’Anpi doveva sempre più caratterizzarsi come associazione di antifascisti, di tutti gli antifascisti, ricordando che la Resistenza e la guerra di Liberazione l’avevano fatta dai monarchici ai comunisti. Una posizione di antifascismo militante – conclude Mattiussi il suo ricordo di Solaroli – contro ogni tentativo di trasformare l’Anpi in un piccolo partito settario, nemico del pluralismo delle idee e delle scelte partitiche personali di quanti, partigiani e antifascisti, si riconoscono nei valori della democrazia e della libertà conquistati dai partigiani, troppi a prezzo della vita».