Il primo pensiero va a tutti coloro che la festa la fanno vivere, e cioè le compagne e i compagni di Bologna. La festa, ovviamente, è quella dell’Anpi, festa nazionale, in programma da giovedì 27 giugno a lunedì 1 luglio. Un giorno, quest’ultimo, che si è aggiunto «in corsa».
Perché la festa? Perché è giusto che un’associazione grande come la nostra (più di 153mila iscritti), che nacque a Roma il 6 giugno del 1944 quando ancora infuriava la guerra al nord, che affonda nella vita del movimento partigiano e nella storia d’Italia, presente su tutto il territorio nazionale e forte di una cultura civile e sociale, è giusto che questa associazione promuova un incontro nazionale pubblico, collettivo, al contempo allegro e solenne – perciò una festa – per porsi in collegamento diretto con la società, i cittadini, la gente.
Perché Bologna? Perché è una delle capitali della Resistenza. Perché è la città della Settima GAP, perché lì è nata e lì è stata assassinata Irma Bandiera, partigiana, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria, perché a Bologna si è svolta la battaglia di Porta Lame.
E tanti altri perché. Fra cui uno di «risarcimento»: la festa nazionale a Bologna doveva svolgersi lo scorso anno. La annullammo, per rispetto verso la tragica alluvione che colpì l’intera regione. E oggi la riproponiamo, nella stessa città, nello stesso luogo, piazza Lucio Dalla.
Dalla? Un nome evocativo: Caro amico, ti scrivo, non sarà tre volte natale e festa tutto il giorno, ma sarà festa d’estate, a cavallo fra giugno e luglio, festa dell’Anpi, festa dell’80° anniversario della Resistenza.
Dibattiti mirati: fra i tanti temi, ecco l’Europa, il fascismo, la legalità e la giustizia, le donne dal diritto al voto al diritto al lavoro, i giovani, i diritti sociali e civili, la pace e la guerra, il premierato e l’autonomia differenziata. Il tutto sotto una parola d’ordine che fa cornice e ragione stessa della festa: FacciAmo Costituzione. Perché – sia chiaro – la Costituzione, sì, proprio quella che è stata conquistata dalla Resistenza, è oggi sotto pesantissimo attacco. E perciò va difesa ed occorre moltiplicare gli sforzi per attuarla.
C’è il contrasto alla legge sull’autonomia differenziata delle Regioni, approvata pochi giorni fa. Tema di particolarissima attualità (sta per partire la raccolta di firme per il referendum abrogativo della legge), peraltro collegato alla riforma del cosiddetto premierato ed alla riforma della giustizia: un groviglio di provvedimenti che porterebbero direttamente alla dissoluzione dell’impianto costituzionale.
Ma c’è anche una triste deriva sociale, con quasi un decimo dei residenti in Italia in condizioni di povertà assoluta, la vergognosa e sconvolgente tragedia quotidiana dei morti sul lavoro, uno scenario europeo che può preludere ad una nuova stagione di austerità e in cui c’è anche una procedura d’infrazione per deficit eccessivo nei confronti del nostro Paese. Uno scenario complesso e altamente preoccupante, segnato per di più da reiterati comportamenti di natura autoritaria da parte del governo Meloni.
Per difendere la Costituzione e per difendere il Paese c’è bisogno di essere uniti. Per esempio, come al tempo del Comitato di Liberazione Nazionale. Certo, altra situazione. Ma si vince se si è uniti. Controprova? Nel 1922 socialisti, comunisti, popolari, liberali erano divisi, rissosi ed alcuni anche tolleranti verso il fascismo, se non addirittura complici. Da ciò il disastro.
Ora, dopo anni di tensioni, polemiche e qualche volta litigi fra partiti che si richiamano alla Costituzione (a tutto vantaggio di un’estrema destra rancorosa e acostituzionale), finalmente un raggio di luce: il 18 giugno a Roma, in piazza Santi Apostoli, sventolavano assieme i vessilli di tanti partiti – il Pd, i 5Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, +Europa, Rifondazione – e naturalmente di tante associazioni, a cominciare dalle belle bandiere dell’Anpi. Un vero e proprio segnale di cambio di fase. È la strada giusta.
Di questo – ecco la novità che abbiamo messo «in cartellone» all’ultimo momento – alle 20.30 di lunedì 1 luglio alla festa nazionale dell’Anpi discuteranno di unità Elly Schlein, Giuseppe Conte, Riccardo Magi, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Maurizio Acerbo. Il titolo del dibattito? Un programma: «Noi siamo Costituzione».
E ci sarà comunque e ovunque il calore dell’Anpi. Perché la Resistenza è anche un sentimento, quanto mai attuale. E di questo sentimento l’Anpi, con le generazioni che ne fanno parte e che hanno raccolto il messaggio partigiano, è portatrice. Un sentimento di umanità e di rinascita del nostro Paese. Sì, come un risorgimento. Dopo quello di Garibaldi e di Mazzini. Dopo quello dei venti mesi di Resistenza. E adesso tocca a noi, ancora una volta per salvare l’Italia.
Gianfranco Pagliarulo
presidente nazionale Anpi