Scuola elementare «Bianca Bizzi», un’intitolazione che aiuta a non dimenticare la Shoah

Scuola elementare «Bianca Bizzi», un’intitolazione che aiuta a non dimenticare la Shoah

Così come capita per la toponomastica stradale, ci si abitua anche ai nomi di personaggi dati alle scuole, senza chiedersi chi era la persona, quali la sua vita e le sue azioni, per quali meriti abbia ottenuto questo pubblico riconoscimento. Ebbene, per quanto riguarda Imola, questo vuoto conoscitivo è stato colmato da «Le scuole di Imola hanno un nome» (Bacchilega editore), ultimo lavoro del professor Marco Pelliconi.

«Le scuole imolesi – spiega l’autore – sono dedicate a personaggi illustri, la cui vita e le cui opere non sempre sono conosciute dagli studenti, dalle famiglie, dalla cittadinanza. Con questo volume ci si propone di stimolare la conoscenza di tali personaggi, e in tal modo far meglio conoscere ai giovani e alle loro famiglie le strutture e il contesto in cui operano, studiano e vivono».

Tra pochi giorni, il 27 gennaio, verrà celebrato il «Giorno della Memoria», al fine di ricordare non solo la Shoah, lo sterminio degli ebrei vittime del genocidio nazista, ma anche le leggi razziali approvate durante la dittatura fascista e il contributo italiano alla persecuzione dei cittadini ebrei. E al contempo rendere merito a tutti coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e che a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Come Bianca Bizzi e la sua famiglia, a cui è intitolata dal 22 ottobre 2016 la scuola primaria dell’Istituto comprensivo numero 7 del quartiere Pedagna, ad Imola.

Dopo l’emanazione delle leggi razziali fasciste del 1938 e soprattutto dopo l’8 settembre 1943, con la resa agli eserciti alleati e l’occupazione tedesca, anche in Italia la vita degli ebrei era divenuta molto rischiosa. Ebbene, la famiglia Bizzi, composta da papà Edmondo, mamma Nerina, dalle figlie Laura e Bianca e dai figli di quest’ultima (il marito, Luigi Palmonari, militare catturato all’Elba e deportato in Polonia, si riunirà al resto della famiglia soltanto nel maggio del 1944), ospitò nella cantina della propria casa di via Mentana, ad Imola, la famiglia Padovani, di origine ebraica, composta da sei persone, salvandole così dalla deportazione e dalla morte.

Un gesto di grande coraggio, ancor più significativo se si pensa che i soldati tedeschi avevano requisito il piano terra della grande casa per farne la sede del proprio comando. Costringendo i Bizzi a trasferirsi in cantina, che fortunatamente era grande, asciutta e ben areata. Così, utilizzando dei barili, venne divisa in vani per rendere possibile la coabitazione delle due famiglie. E i sei componenti della famiglia Padovani, fatti passare per amici sfollati da Bologna per via dei bombardamenti, rimasero in quella cantina fino alla liberazione di Imola, avvenuta il 14 aprile 1945, coi tedeschi al piano superiore.

Il 23 agosto 2004 i membri della famiglia Bizzi sono stati riconosciuti «Giusti tra le Nazioni». Bianca Bizzi, quasi centenaria, ha ricevuto l’onorificenza dai funzionari del consolato di Israele alla presenza dei propri figli e di Serena Padovani, che fu ospitata – lei ancora neonata – , in quella cantina di via Mentana, così salvandosi.

Per saperne di più:

https://giustiemiliaromagna.it/giusti/la-famiglia-bizzi/

https://www.ic7imola.edu.it/categorie01.asp?id_categoria=2

IMOLA, 22 OTTOBRE 2016: L’ALLORA SINDACO DANIELE MANCA SCOPRE LA TARGA
CHE INTITOLA ALL’IMOLESE BIANCA BIZZI, «GIUSTA TRA LE NAZIONI»,
LA SCUOLA PRIMARIA DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO NUMERO 7 DEL QUARTIERE PEDAGNA