Nel centro della frazione imolese di Sasso Morelli c’è un monumento dalle forme lineari, costituito da una struttura in cemento a forma di parallelepipedo, poggiato su una base rettangolare. Su entrambi i lati sono appese lapidi in marmo bianco. Ogni lapide porta una lunga teoria di nomi: i caduti di Sasso Morelli. I 51 soldati morti nella prima guerra mondiale, quella del 1915-1918. E i 97, tra militari, partigiani e civili, uomini e donne, caduti nella seconda guerra mondiale, quella del 1940-1945.
Ogni anno l’Amministrazione comunale di Imola, l’Anpi e la comunità di Sasso Morelli ricordano con una cerimonia tutti questi morti. Come avvenuto sabato scorso, 15 aprile 2023. «La memoria crea l’identità di una comunità e il fatto di essere qui anche oggi è per ricordarci l’identità della nostra comunità – ha tenuto a rimarcare l’assessora Daniela Spadoni nel suo intervento –. Un anno fa eravamo qui a lanciare parole di condanna contro la Russia che aveva aggredito l’Ucraina. E quest’anno siamo ancora qui a dovere constatare che la pace non è stata raggiunta e che la guerra ha continuato a produrre sofferenze».
«Quando la guerra terminò in Italia nel 1945 – ha continuato la Spadoni – la sofferenza delle madri e dei padri che avevano persi i figli, delle donne che avevano perso i loro mariti e i loro compagni, dei figli che avevano perso i genitori, non fermò la voglia di costruire un futuro di libertà e di pace. Quel futuro che si è concretizzato nella Costituzione che consacra il diritto di tutti gli uomini e le donne ad essere liberi ed eguali. Non dimentichiamo questo sacrificio. La pace va costruita proprio facendo memoria delle sofferenze patite. Sulla nostra bocca ci siano sempre parole di pace e non di cattiveria. Condanniamo la cattiveria, indigniamoci di fronte ad essa. Condanniamo chi non rispetta i diritti degli altri, chi non pratica la bontà, che non è buonismo, ma che è essere consapevoli che siamo tutti uguali e che abbiamo tutti gli stessi diritti di vivere in pace e libertà».
In questi giorni le comunità locali del circondario imolese celebrano l’anniversario dell’avvenuta liberazione del loro territorio dall’oppressore nazifascista. La frazione di Sasso Morelli venne liberata dalle truppe alleate il 14 aprile 1945. L’allora curato, don Marino Mariani, ha poi affidato ad un suo scritto il ricordo dell’occupazione tedesca e cosa accadde quel giorno: «Al mattino del sabato, alle ore 9.30, entrano da nord le prime autoblinde alleate: sono militari della divisione polacca. Non vi sono combattimenti. Andando poi verso sud troveranno resistenza alla Cantina Paci, che si conclude dopo due ore. Al pomeriggio dello stesso giorno ecco annunciate 4 vittime nella casa “Tondolina”, un’altra vittima nel fondo “Peschiera”, poi altre 6 vittime nella casa del fondo “Buratela”. Verso mezzogiorno del giorno seguente viene gettato un ponte sul rio Correcchio, poscia ha inizio un passaggio di mezzi corazzati che durerà diversi giorni; una colonna del cortile riceve un urto e rimane storta. Al pomeriggio arrivano le ultime granate tedesche. Al lunedì mattina si provvede alla sepoltura di 15 morti in un camposanto di fortuna in terreno del fondo Stivilia».