Sul cocuzzolo posto all’incrocio tra via Sabbioni e via Caduti di Toranello, in territorio di Riolo Terme, si erge un monumento in ferro che evoca l’episodio del combattimento tra partigiani appartenenti al Sap Montano e soldati tedeschi avvenuto il 6 ottobre 1944 nella casa poco distante, denominata Ca’ Genasia, ove persero la vita due giovani combattenti imolesi, Rino Ruscello di 17 anni e Marino Dalmonte («Petit») di 21, i quali, onde permettere lo sganciamento dei propri compagni, morirono entrambi e che, per questo gesto eroico, vennero poi insigniti di Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Durante lo scontro a fuoco cadde colpita a morte anche la giovane riolese Elisa Gambassi, staffetta partigiana del Sap Montano, che i tedeschi avevano usato come scudo.
Ogni anno i Comuni di Imola e di Riolo Terme e le Anpi locali danno appuntamento a inizio ottobre al monumento di Ca’ Genasia per commemorare i caduti del battaglione Sap Montano e in particolare il sacrificio di Rino e «Petit» e la morte della giovane staffetta partigiana Elisa Gambassi.
Quest’anno la cerimonia si svolgerà sabato 7 ottobre, alle ore 10. Interverranno Marco Panieri, sindaco di Imola, Davide Marani, assessore del Comune di Riolo Terme, e Filippo Samachini, in rappresentanza dell’Anpi di Imola. Parteciperanno alla cerimonia classi degli istituti comprensivi di Riolo Terme e di Imola.
Il 5 ottobre 1944 i sappisti del Battaglione Montano attaccarono con successo un autocarro carico di vettovaglie e munizioni in transito sulla via Codrignanese, la strada che collega Borgo Tossignano a Codrignano, presso Ca’ Bella Rosa, scatenando la rabbiosa reazione dei tedeschi. Per sfuggire a eventuali azioni di rastrellamento i partigiani decisero di abbandonare la zona. E per coprire la ritirata dei compagni e controllare i movimenti dei nemici, due giovani partigiani imolesi, Rino e «Petit», si attardarono a Ca’ Genasia, nei pressi della chiesa di Ghiandolino.
All’alba del 6 ottobre soldati della Wehrmacht, guidati da spie, circondarono il podere di Ca’ Genasia e poi iniziarono a perlustrarlo, portando con loro una giovane del luogo, Elisa Gambassi. Vistisi ormai scoperti, i due partigiani nascosti nel fienile cominciarono a sparare, dando così inizio a uno scontro furibondo, di cui la ragazza fu tra le prime vittime.
Non un centimetro di muro venne risparmiato dalle esplosioni delle bombe a mano e dalle raffiche dei mitra. Nonostante la disparità di forze i due partigiani non si arresero. Non riuscendo a catturarli, vista la disperata resistenza che opponevano, i tedeschi cercarono di stanarli appiccando il fuoco al fienile. I due amici inseparabili saranno trovati «uno vicino all’altro che stringevano ancora tra le braccia i resti bruciacchiati delle armi con le quali si erano difesi fino alla fine».
NELLA FOTO: LA LAPIDE DEL MONUMENTO DI VIA CADUTI DI TORANELLO
CHE RIPORTA I NOMI DEI PARTIGIANI DEL SAP MONTANO
CHE HANNO PERSO LA VITA DURANTE LA GUERRA DI LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO.