«Quei matti di antifascisti, cinquantatré storie di sovversivi finiti in manicomio durante il fascismo», volume scritto dal professor Renato Sasdelli ed edito da Pendragon nel 2022, verrà presentato a Imola sabato 4 febbraio, alle ore 10.30, presso la biblioteca comunale, in via Emilia 80. Ne parleranno con l’autore Fulvio Andalò, componente del Comitato direttivo della sezione Anpi di piazzale Giovanni dalle Bande nere, e Massimo Ortalli dell’Asfai, l’Archivio storico della Federazione anarchica italiana.
Nel suo libro Sasdelli ha fatto luce sull’apparato repressivo del fascismo, passando in rassegna alcune delle storie più particolari relative all’area bolognese ed esaminando l’uso politico che il fascismo fece del sistema manicomiale del tempo e della legislazione già esistente sugli internamenti psichiatrici.
Cinquantatré storie di sovversivi finiti, appunto, in manicomio. Anarchici schedati, militanti antifascisti irriducibili, soldati in fuga dal servizio militare, ex ragazzi del ’99 contrari all’alleanza con chi fu loro nemico nella Grande guerra, cioè i tedeschi. E poi donne e uomini in contrasto con il regime a causa della miseria quotidiana o perché insofferenti verso l’onnipresenza del duce, l’autoritarismo di capetti e gregari, oppure rei di avere cantato un inno socialista o gridato, all’osteria o per ira durante un litigio, contro il fascismo e il suo capo. Insieme a loro anche malati di mente disturbatori della quiete fascista e una prostituta che aveva offeso Mussolini.
Sono le storie di bolognesi sovversivi, veri o temuti dal regime, finiti a un certo punto in manicomio senza che ciò facesse venire meno l’ossessione dei controlli sul loro comportamento. E, in appendice, la faida tra due ras del fascismo bolognese con il meno potente dei due mandato in manicomio.
Renato Sasdelli è stato professore all’Università di Bologna. Oltre a numerosissimi lavori scientifici nel campo delle misure elettriche ed elettroniche, ha pubblicato «Ingegneria in guerra. La facoltà di Ingegneria di Bologna dalla RSI alla Ricostruzione 1943-1947» (Clueb, 2007); «Camere di tortura a Bologna durante la repubblica di Salò: il caso di Ingegneria» («Pagine per la Memoria», Comune di Bologna, 2008) per documentare i misfatti compiuti dalle milizie repubblichine a Bologna; «I segni addosso. Storie di ordinaria tortura» (con Andrea Antonazzo ed Elena Guidolin, Becco Giallo, 2016), graphic novel contro la tortura, crimine che la politica italiana è stata fino ad ora incapace di definire come reato. Per Pendragon sono usciti «Fascismo e tortura a Bologna. La violenza fascista durante il regime e la RSI» (2017) e «Quei matti di antifascisti» (2022).