Nella frazione imolese di San Prospero c’è una lapide che ricorda la morte di Ugo Masrati, Giuseppe Casadio Gaddoni e Natale Bolognesi, tre antifascisti vittime dello squadrismo nero.
Il bracciante anarchico Ugo Masrati venne mortalmente colpito il 13 luglio 1921 nel podere Colombarina, mentre nell’aia, assieme ad altri lavoratori, prendeva parte alla trebbiatura del grano utilizzando la macchina di una «cooperativa rossa».
Primo martire, ma che purtroppo non resterà l’unico. Il sindacalista comunista Giuseppe Casadio Gaddoni verrà ucciso sotto gli occhi del figlio più piccolo, in un agguato tesogli dai sicari fascisti la sera dell’8 gennaio 1923, mentre stava rincasando.
Così come verrà individuato il nascondiglio (una misera capanna vicino al fiume Santerno) dove il birocciaio Natale Bolognesi, antifascista di Massa Lombarda fuggito nella frazione imolese per evitare di essere preso dagli sgherri neri, usava come riparo e lì circondato, verrà trucidato il 17 agosto 1944.
Nel dopoguerra il Comune di Imola ha intitolato a ognuno dei tre martiri antifascisti una strada nella frazione di San Prospero, località ove furono uccisi. Ma il loro sacrificio è ricordato anche da una lapide posta sul fronte dello storico edificio che fu Casa del popolo (la prima ad essere inaugurata nel territorio imolese, il 17 dicembre 1911) e che oggi ospita il locale centro sociale. Sul cui marmo sono incise le parole «Onore e gloria ai caduti / per la libertà il lavoro e la pace», oltre a portare i ritratti ed i nomi dei tre martiri uccisi dai fascisti. E di ognuno l’anno di nascita e l’anno di morte.
Poco lontano dall’abitato, in via Umido, in prossimità della confluenza nella via Lughese, sul ciglio del fosso, c’è poi un cippo che ricorda l’assassinio del giovane mezzadro Rino Geminiani. Nella notte tra il 15 e il 16 settembre 1944 un gruppo di nazisti e di militi della brigata nera imolese circondò la casa colonica del podere Zucchera, tra Bubano e Imola, nei pressi della borgata Chiavica. Tentata vanamente la fuga, Rino venne brutalmente picchiato, assieme ai due fratelli, davanti agli anziani genitori, fu portato via e mitragliato mortalmente lungo il tragitto di ritorno a Imola. E il cippo sorge nel luogo ove venne rinvenuto il suo corpo crivellato di colpi e con entrambe le braccia spezzate. Anche a lui il Comune di Imola ha intitolato una strada nella frazione di San Prospero.
Ma l’onorevole Bruno Solaroli, durante la sua presidenza dell’Anpi di Imola, aveva pensato di rinsaldarne la memoria con una cerimonia pubblica, da ripetersi ogni anno, così come avviene in tanti luoghi le cui genti hanno visto e subito la barbarie nazifascista. Purtroppo la sua morte, sopravvenuta nella notte fra l’1 e il 2 marzo 2020 a causa di un malore improvviso, e poi le successive restrizioni dovute alla pandemia di Covid, ne avevano rimandato lo svolgimento a data da destinarsi.
Finalmente nel giugno 2022 si è potuta svolgere la cerimonia commemorativa in ricordo dei quattro antifascisti assassinati nella frazione imolese di San Prospero durante il ventennio fascista e la successiva occupazione militare nazista. E da allora ogni anno viene ripetuta.
Cerimonia che si ripeterà nella frazione imolese di San Prospero sabato 15 giugno, con inizio alle ore 10, e alla quale interverranno Fabrizio Castellari, vicesindaco del Comune di Imola, e Gabrio Salieri, presidente dell’Anpi di Imola, e durante la quale verrà deposta una corona alla lapide posta all’esterno del centro sociale.