Rino Ruscello riposa vicino al fratello Armando, nel Sacrario dei partigiani

Rino Ruscello riposa vicino al fratello Armando, nel Sacrario dei partigiani

Rino Ruscello era nato il 25 aprile 1927 da Francesco e Rosa Piazzi, a Imola. Operaio elettricista, assieme ad altri giovani guidati da Luigi Tinti («Bob») all’inizio del 1944 era entrato nei primi gruppi armati operanti sull’Appennino tosco-romagnolo, poi confluiti nella 4ª Brigata d’assalto Garibaldi, che in seguito diverrà la gloriosa 36ª Brigata Garibaldi «Alessandro Bianconcini».

Tornato a Imola nell’autunno, in previsione di quella che si riteneva l’imminente insurrezione popolare, si era aggregato al distaccamento imolese della 7ª Brigata Gap con funzione di comandante di battaglione. Per poi passare al neocostituito Battaglione Montano della Brigata Sap Imola-Santerno. Rino morirà il 6 ottobre 1944 nel combattimento di Ca’ Genasia assieme all’amico Marino Dalmonte.

All’alba di quel giorno, i tedeschi, guidati da spie, circondarono la casa, abitata dalla famiglia Gambassi. Scovati i due partigiani nella cascina, e non riuscendo a catturarli per la loro disperata difesa, la incendiarono. Quando i compagni, avvertiti da una staffetta, giunsero sul posto trovarono Rino e Marino «uno vicino all’altro» che stavano «stringendo ancora tra le braccia i resti bruciacchiati delle armi con le quali si erano difesi fino alla fine».

Il suo nome e quello del fratello, Armando Ruscello (anche lui partigiano, nome di battaglia «Pedro», catturato dai brigatisti neri durante un rastrellamento e fucilato il 24 marzo 1945), verranno dati al distaccamento imolese della 7ª Brigata Gap Garibaldi «Gianni».

Riconosciuto partigiano dal 9 settembre 1943 al 6 ottobre 1944, l’11 novembre 1968 gli è stata conferita la Medaglia d’Oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione: «Partigiano di eccezionale audacia e temerarietà, partecipava a numerosi combattimenti mettendo in luce le preclari sue doti di capo e di combattente. Nel corso di una azione di rastrellamento nemico, per permettere al proprio reparto di sganciarsi, rimaneva volontariamente con altro commilitone a contrastare il movimento avversario, resistendo eroicamente in un casolare benché circondato e provocando al nemico dure perdite. Allorché il nemico, visto vano ogni sforzo, incendiava il casolare egli, anziché cadere nelle mani avversarie, preferiva perire tra le fiamme con il compagno, con l’arma in pugno, tramandando così ai giovani con il supremo sacrificio il più luminoso esempio di patriottismo, di coraggio e di amore per la Patria» – Ca’ Genasia, 6 ottobre 1944.

Il corpo di Rino Ruscello è sepolto nel Sacrario del cimitero di Piratello ove sono tumulati i partigiani imolesi caduti durante la guerra di liberazione dal nazifascismo. Il suo nome è stato dato ad una strada di Bologna e ad una di Imola. Ed è ricordato nel Sacrario di piazza del Nettuno.

NELLA FOTO: IL QUADRETTO ESPOSTO NELLA SEDE DELL’ANPI DI IMOLA
CHE RICORDA IL SACRIFICIO DI RINO RUSCELLO E DI MARINO DALMONTE,
I DUE GIOVANI PARTIGIANI IMOLESI CADUTI IN COMBATTIMENTO
A CA’ GENASIA IL 6 OTTOBRE 1944 E CHE PER IL LORO COMPORTAMENTO
EROICO VERRANNO INSIGNITI ENTRAMBI DI MEDAGLIA D’ORO
AL VALOR MILITARE ALLA MEMORIA.