Sabato 4 febbraio, presso la biblioteca comunale, è stato presentato ad Imola il libro «Quei matti di antifascisti. Cinquantatré storie di sovversivi finiti in manicomio durante il fascismo», edito da Pendragon nel 2022. Ne hanno parlato con l’autore, il professor Renato Sasdelli, il giornalista Fulvio Andalò, componente del Comitato direttivo dell’Anpi di Imola, e Massimo Ortalli responsabile dell’Asfai, l’Archivio storico della Federazione anarchica italiana.
Nel suo libro Sasdelli ha fatto luce sull’apparato repressivo del fascismo, passando in rassegna alcune delle storie più particolari relative all’area bolognese ed esaminando l’uso politico che durante il ventennio il regime fascista fece del sistema manicomiale e della legislazione già esistente sugli internamenti psichiatrici.
Cinquantatré storie di sovversivi finiti, appunto, in manicomio. Anarchici schedati, militanti antifascisti irriducibili, soldati in fuga dal servizio militare, ex ragazzi del ’99 contrari all’alleanza con chi fu loro nemico nella Grande guerra, cioè i tedeschi. E poi donne e uomini in contrasto con il regime a causa della miseria quotidiana o perché insofferenti verso l’onnipresenza del duce, l’autoritarismo di capetti e gregari, oppure rei di avere cantato un inno socialista o gridato, all’osteria o per ira durante un litigio, contro il fascismo e il suo capo. Insieme a loro anche malati di mente disturbatori della quiete fascista e una prostituta che aveva inveito contro Mussolini.