Quando Amedeo Ruggi, in divisa militare, portò in salvo la famiglia Fiorentino, ebrei di imola

Quando Amedeo Ruggi, in divisa militare, portò in salvo la famiglia Fiorentino, ebrei di imola

Nel 1938 Grazia Fiorentino, allora iscritta alla terza elementare presso l’Istituto Giosuè Carducci di Imola, venne espulsa dalla scuola, unica ebrea imolese a subire tale provvedimento. «Dal momento in cui mi sono dedicato a questa vicenda, che prossimamente sarà oggetto di attività presso le scuole guelfesi, mi sono interessato alla figura di Amedeo Ruggi, il cui percorso di vita si intreccia a quello di Grazia», spiega Ruggero Morini nell’incipit dell’articolo pubblicato sull’ultimo numero uscito nel 2022 del settimanale imolese «sabato sera».

Articolo incentrato appunto sulla figura di Amedeo Ruggi, antifascista e partigiano, che ricoprirà la carica di sindaco di Imola dal 1962 al 1971, anno in cui morirà improvvisamente al proprio tavolo di lavoro in municipio. «Come tanti suoi coetanei – racconta Morini – nel 1941 Amedeo fu chiamato alle armi. Prima a Roma in fanteria e poi con il grado di sottotenente nella Decima Mas, unico reparto dell’esercito italiano che dopo l’8 settembre non si dissolse».

A questo punto la storia di Ruggi si intreccia con quella di Grazia Fiorentino. «Alla fine del 1943 – continua Morini – Ruggi si trovava ad Imola e, essendo ancora inquadrato nella Decima Mas, utilizzò il suo status di militare per aiutare gli ebrei imolesi, che correvano il rischio di essere deportati nei campi di sterminio nazisti. In particolare nei primi di gennaio del 1944 scortò in divisa militare la famiglia di Cesare Fiorentino, padre di Grazia, fino al valico del confine svizzero Como-Chiasso, consentendole di attraversarlo e mettersi in salvo».

Successivamente, nell’estate del 1944, Ruggi entrerà a far parte della 36ª brigata Garibaldi «Alessandro Bianconcini», venendo aggregato alla compagnia di Carlo Nicoli con funzione di capo di stato maggiore di battaglione. Opererà sull’Appennino tosco-romagnolo e dopo la conquista di monte Battaglia, quando la brigata prese contatto con le forze alleate, il suo gruppo scese verso Imola per partecipare a quella che si riteneva l’imminente insurrezione popolare.

Nell’ottobre assumerà la responsabilità del comando di piazza. A novembre, dopo avere ceduto il comando, entrerà a far parte della brigata Sap Imola. Sfuggito più volte alla cattura da parte dei fascisti, il 14 aprile 1945 sarà uno dei primi a prendere contatto coi partigiani che stavano scendendo dalle colline, ma che saranno fermati prima di entrare in città. Imola, infatti, risulterà liberata dalle truppe polacche e i partigiani di Edmondo «Libero» Golinelli vi potranno entrare soltanto il giorno dopo.

 

PER SAPERNE DI PIU’