Sul passo della Sambuca, lungo la strada provinciale dell’Alpe di Casaglia, in territorio di Palazzuolo sul Senio, c’è una lapide che ricorda i partigiani della 36ª Brigata Garibaldi «Alessandro Bianconcini» caduti in occasione dei combattimenti sostenuti durante il 1944, fino all’arrivo delle truppe alleate, nell’area montana compresa fra il Carzolano e l’Altello.
Soprattutto in occasione del grande rastrellamento attuato dai nazifascisti dal 25 al 29 maggio 1944 per catturare i tanti renitenti alla leva che si erano dati alla macchia, quando diverse colonne di soldati tedeschi e della Guardia nazionale repubblicana, partite da Firenzuola, Tre Croci, Coniale e Palazzuolo, investirono il distaccamento garibaldino stanziato nell’area.
Tredici i nomi incisi sulla lapide: Giovanni Bastia, Luigi Giuliani, Ivo Lambruschi, Pietro Liverani, Athos Lollini, Gioacchino Priori, Primo Montefiori, Gilberto Remondini, Lorenzo Tabellini, Antonio Tagliaferri, Aines Tirapani, Gerardo Trombelli, Augusto Venturi. «Su questi monti – ricorda l’epigrafe – donarono la vita per la libertà di tutti».
Palazzuolo sul Senio fu liberata il 24 settembre 1944 dai soldati del Reggimento Duca di Wellington. E ogni anno l’anniversario di quei combattimenti viene celebrato con una cerimonia sul monte Cece (crinale Senio-Sintria, a sud di Casola Valsenio, in prossimità del confine con la Toscana), ove si trova il monumento eretto in onore della 1ª Divisione britannica. E nell’occasione, l’Anpi di Imola depone una corona di alloro alla lapide che al passo della Sambuca ricorda i partigiani della 36ª Brigata Garibaldi «Alessandro Bianconcini» caduti in quei luoghi.