Non aiutare chi fugge da guerre e povertà ci porterà a dover piangere altre vittime innocenti

Non aiutare chi fugge da guerre e povertà ci porterà a dover piangere altre vittime innocenti

Sabato 17 giugno si è svolta la commossa commmorazione in ricordo di quattro antifascisti che furono uccisi dalle brigate nere nella frazione imolese di San Prospero.

La lapide dedicata ai martiri antifascisti Ugo Masrati, Giuseppe Casadio Gaddoni e Natale Bolognesi è posta sul fronte dello storico edificio che fu Casa del popolo (la prima ad essere inaugurata nel territorio imolese, il 17 dicembre 1911) e che oggi ospita il locale centro sociale. Sul cui marmo sono incise le parole «Onore e gloria ai caduti / per la libertà il lavoro e la pace», oltre ai ritratti ed ai nomi dei tre martiri uccisi dai fascisti. E di ognuno l’anno di nascita e l’anno di morte.

Mentre lungo via Umido, la strada che da Bubano conduce a Imola, nel luogo esatto dove fu rinvenuto il cadavere del povero Rino Geminiani, si erge un semplice, modesto cippo di marmo bianco. Sulla lapide è scritto: «Il giorno 16.9.1944 / fu qui ucciso / Rino Geminiani / che preferì / virilmente / il supremo sacrificio / all’onta del servire / la barbaria nazifascista».

«Antifascisti e partigiani – ha ricordato nel suo intervento Valter Attiliani, dell’Anpi di Imola – hanno combattuto dalla parte giusta, per la libertà, per la democrazia, per un futuro di progresso e di pace. Raccogliamone il testimone – ha esortato – per far sì che il loro sacrificio non risulti vano. E a chi oggi vorrebbe riabilitare il ventennio fascista, l’Anpi e tutti i democratici rispondono con fermezza che la storia non si riscrive».

Attiliani ha poi colto l’occasione per ricordare l’ennesimo naufragio di migranti, stavolta avvenuto al largo delle coste della Grecia, uno dei più tragici di sempre nella storia delle migrazioni nel Mediterraneo. «Viviamo in un mondo con oltre 30 conflitti militari in corso – ha stigmatizzato –. Non ultima l’assurda e brutale aggressione della Russia all’Ucraina, di cui non si vede la fine. Guerre che hanno peggiorato le condizioni umanitarie in molti Paesi e portato a un’impennata delle migrazioni. E se a tutto questo aggiungiamo gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici in corso, assisteremo a flussi migratori epocali. E non intervenire in aiuto di chi ha bisogno, di chi rischia la vita per fuggire da guerre e povertà, ci porterà a dover piangere la morte di tante altre vittime innocenti: uomini, donne, bambini».