Museo Cervi: la storia di una famiglia antifascista

Museo Cervi: la storia di una famiglia antifascista

La sezione Anpi di Medicina organizza per sabato 8 ottobre 2022 una gita alla casa-museo della famiglia Cervi e al vicino paese di Brescello. Minimo 25 partecipanti. Quota di partecipazione: 65,00 euro (saldo entro il 22 settembre). Per informazioni e iscrizioni telefonare al 353 43 80 898 oppure scrivere ad anpimedicina@gmail.com.

La casa, immersa nel podere dei Campirossi, in comune di Gattatico, nel cuore della pianura reggiana, è un luogo simbolico della Resistenza e di memoria. I Cervi, famiglia di contadini con radicati sentimenti antifascisti, dopo l’armistizio dell’8 settembre avevano infatti imbracciato le armi contro tedeschi e repubblichini.

Ma il 25 novembre 1943, durante un rastrellamento, un battaglione fascista circondò la loro casa, incendiò stalla e fienile e pose l’assedio. Asserragliati al piano superiore, oltre ai Cervi e all’ex repubblichino convertito all’antifascismo Quarto Camurri, vi erano anche Dante Castellucci, il futuro comandante partigiano «Facio», il russo Anatolij Tarassov e tre soldati alleati: i sudafricani John David Bastiranse e John Peter De Freitas, più l’irlandese Samuel Boone Conley.

Per salvare donne e bambini, gli assediati si arresero. Gli stranieri vennero trattati da prigionieri di guerra, compreso Castellucci che, conoscendo il francese, si spacciò per tale. I sette fratelli Cervi (Agostino, Aldo, Antenore, Ettore, Ferdinando, Gelindo e Ovidio) e Camurri, invece, il 28 dicembre 1943 vennero fucilati per rappresaglia al poligono di Reggio Emilia.

La casa della famiglia Cervi, che qui visse a partire dal 1934, è poi divenuta un museo, testimone e custode di quell’esempio e di quei valori. Museo ripensato, ristrutturato e reinaugurato il 28 dicembre 2021. Un museo legatissimo alla storia del suo territorio, che conserva la tradizione, ma al contempo improntato sulla multimedialità e sulla tecnologia, con video e proiezioni nuove e inedite.

«Questo luogo, che è rimasto un punto di riferimento anche durante il lockdown, continuerà a vivere con le generazioni future, perché il racconto della vicenda dei Cervi e la loro scelta di libertà e democrazia è un racconto che non finisce mai. Quella che è stata la loro lotta adesso è nelle nostre mani: è la nostra lotta per un mondo migliore», spiega Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi.

NELLA FOTO: L'INGRESSO DEL NUOVO MUSEO 
AMBIENTATO NELLA CASA COLONICA DELLA FAMIGLIA CERVI