Sabato 8 ottobre si è svolta la visita, organizzata dall’Anpi di Medicina, al Museo Cervi che si trova nella bassa pianura reggiana, fra i comuni di Gattatico e Campegine. Museo ambientato nella casa colonica dove la famiglia Cervi arrivò nel 1934.
Contadini mezzadri, i Cervi all’inizio degli anni ’30 compirono scelte che si riveleranno fondamentali sia in ambito produttivo, sia nel consolidamento di un deciso orientamento antifascista. Casa Cervi è così divenuta nel tempo «Museo per la storia dei movimenti contadini, dell’antifascismo e della Resistenza nelle campagne». Un itinerario che si snoda attraverso tre sezioni principali: «Il lavoro contadino», «L’antifascismo e la Resistenza», «Una famiglia nella memoria».
L’itinerario inizia a partire dalla scelte coraggiose che i Cervi compirono e che si riveleranno fondamentali per l’innovazione di alcune pratiche produttive e anche per un impulso alla meccanizzazione delle campagne.
La seconda sezione di visita è dedicata invece alla nascita della Resistenza nella pianura, all’attività antifascista della famiglia Cervi e al suo fondamentale ruolo nell’avvio della Resistenza. Agli oggetti risparmiati dalla rappresaglia fascista, esposti nelle teche, si affiancano le testimonianze video di chi ha conosciuto i sette fratelli.
La terza sezione infine è dedicata al dopoguerra, alla nascita del Museo e alla memoria della Resistenza e della famiglia Cervi nell’Italia del dopoguerra, dei sette fratelli uccisi e del padre, superstite e instancabile testimone.
La visita è proseguita nei locali dell’abitazione della famiglia, dove sono stati recuperati, con gli oggetti di uso quotidiano e gli arredi originali, la cucina, la cantina e due stanze da letto. Fra gli oggetti e i documenti sono esposti il primo trattore del territorio acquistato dalla famiglia Cervi, la macchina pedalina per la stampa della propaganda clandestina, il telaio per la confezione di biancheria e indumenti.