Veramente una bella serata, malgrado la calura opprimente, quella svoltasi lo scorso 18 luglio, nel centenario della nascita della partigiana Livia Morini (nome di battaglia «Camillina»). Serata che si è sviluppata nei due spazi dello storico complesso dell’ex Annunziata, in via F.lli Bandiera 23: prima nel giardino interno, ove troneggia la grande magnolia; poi nell’attigua sala conferenze del Cidra, il Centro imolese di documentazione sulla Resistenza antifascista e Storia contemporanea.
A fare gli onori di casa è stato Gabrio Salieri, nella duplice veste di presidente dell’Anpi, ma, soprattutto, di figlio di Livia Morini. Poi la conduzione della serata è passata a Fabrizia Fiumi, componente del Comitato direttivo della sezione Anpi di piazzale Giovanni dalle Bande nere. La quale ha tracciato il profilo non solo di Livia partigiana, ma anche della Livia insegnante, della scrittrice, dell’esponente del Partito comunista e dell’amministratrice pubblica, alternando il racconto con brani della Morini giornalista, tratti dal libro «… per essere libere…», letti con notevole pathos dall’attrice Marina Mazzolani, suscitando una evidente commozione nel numeroso pubblico. La parola è poi andata a Marco Panieri, sindaco di Imola, soffermatosi a sua volta sulla Livia Morini insegnante, consigliera ed assessora comunale all’Istruzione e, in seguito, anche presidente della casa di riposo.
Nella seconda parte della serata, Mirella Plazzi, archivista della Regione Emilia Romagna, ha presentato il Fondo costituito dal materiale documentale raccolto e usato da Livia Morini durante la sua attività divulgativa. Nel dopoguerra Livia si è infatti impegnata fortemente nella raccolta di testimonianze di donne e uomini militanti nell’antifascismo e nella Resistenza, nel registrare storie di vita relative al periodo del secondo conflitto mondiale.
Documentazione che è stata utilizzata in molte iniziative e in progetti destinati a mantenere viva la memoria della Resistenza e ad educare alla democrazia. E che dopo la morte di Livia, avvenuta il 20 luglio 2003, il marito, Alfiero Salieri, ha donato al Cidra e che, dopo un suo riordino e la catalogazione, è ora consultabile.
Infine, la proiezione dell’intervista che Livia Morini concesse sul ruolo svolto dalle donne durante la Resistenza. A chiudere la serata il brindisi offerto dalle famiglie di Gabrio e Iader, i due figli dei coniugi (partigiani entrambi) Livia e Alfiero.
«Ricordando, in questa bella serata, il grande impegno profuso da Livia Morini, la sua umanità, la sua lucida lezione di vita – ha chiosato una commossa Fabrizia Fiumi – io credo sia chiaro come lei, la partigiana Camillina, abbia ben compreso che, pur essendo finita la guerra, c’era ancora da lottare. Non più contro la prepotenza, la crudeltà, la violenza che avevano caratterizzato la dittatura fascista, ma in favore delle donne, contro interessi, contro abitudini, contro pregiudizi che non volevano morire. Tutte cose che assai più vaghe, ma non meno pericolose, non meno da combattere. Io non vorrei che questi interessi, abitudini, pregiudizi si riproponessero inaspettatamente anche a noi, con questa sensazione di regresso che sento, che vede le donne di nuovo prigioniere del “Dio, patria e famiglia”. Quindi leggiamo ancora, e ancora, “… per essere libere…”. Livia, che oggi avrebbe compiuto cent’anni, è viva nella sua famiglia, in chi le ha voluto bene, in chi l’ha conosciuta… E’ viva in ogni pagina che ha scritto e in coloro che le leggono».