«L'efferato delitto di Medicina»: il socialista Ugo Morara massacrato dai fascisti

«L’efferato delitto di Medicina»: il socialista Ugo Morara massacrato dai fascisti

Assalti a circoli ricreativi, a sedi sindacali, a negozi delle cooperative. Intimidazioni a sindaci, assessori, consiglieri comunali per costringerli alle dimissioni. Aggressioni e pestaggi di militanti e simpatizzanti socialisti, comunisti e anarchici, spesso culminati nella loro morte.

E’ un clima di violenza e sopraffazione quello che viene raccontato giorno per giorno nella pagina che il quotidiano socialista «Avanti!» dedicò alla cronaca locale bolognese dal luglio 1921 all’estate del 1922, quando la distruzione della redazione per mano dei fascisti ne decretò la fine.

Nel 1921 nella sola provincia di Bologna si contano 18 antifascisti uccisi dagli squadristi, vittime che nel 1922 salgono a 24. «Questi dati rendono bene il clima creato dall’offensiva squadrista – ha commentato lo storico Rodolfo Vittori presentando il risultato del censimento degli episodi di violenza politica segnalati proprio sulle pagine della cronaca bolognese dell’Avanti! -. Qui c’è la vera natura del fascismo. Perché il fascismo nasce come movimento che si propone la violenza come metodo di lotta politica e come programma ideologico».

Uno dei casi raccontati durante la presentazione della ricerca riguarda il medicinese ventunenne Ugo Morara, stradino comunale, iscritto al Partito socialista. La sera del 17 novembre 1921 si trovava nell’abitazione della fidanzata, Ildegarda Zini, a Ganzanigo di Medicina, quando sentì delle grida provenienti dal vicino circolo ricreativo cooperativo. Uscito in strada, vide un gruppo di fascisti che stava picchiando alcune persone, militanti socialisti, tra i quali il padre di 64 anni, Pietro Morara.

Nel tentativo di difenderlo venne selvaggiamente percosso dagli squadristi. Per sottrarsi ai colpi si rifugiò nell’abitazione della fidanzata. Ma fu inseguito, afferrato per il collo con un uncino di ferro, trascinato nella strada e colpito ripetutamente con una mazza sotto gli occhi del padre e della fidanzata. Violenza che risulterà fatale. «La commozione cerebrale l’ha ucciso ed egli è spirato alle 4.20 del mattino di venerdì».

La notizia dell’assassinio viene pubblicata a pagina 4 dell’«Avanti!» del 19 novembre e con ampio risalto nella pagina di cronaca locale di domenica 20 novembre. «Siamo entrati nella angusta camera del povero Ugo – racconta il cronista del quotidiano socialista -. Sul piccolo letto di operaio, sotto una coltre di fiori recati dalla più semplice e generosa pietà del popolo anonimo, è adagiato il cadavere di cui appena si scorge un po’ della faccia martoriata. In un’altra camera, molte donne pietose si stringono intorno alla vecchia madre che ha singulti rauchi e gli occhi seccati dal dolore. Più in là, un medico si affanna intorno ad un altro letto sul quale sembra impietrito un vecchio con la testa coperta di bende e il corpo coperto di ben 16 ferite».

L’articolo continua poi col resoconto del funerale: «C’era la folla. C’era l’anima del popolo. Il funerale è riuscito imponente. L’autorità aveva proibito le bandiere, ma la fede era alta nei cuori di tutti. I fascisti avevano steso sbarramenti per opporsi all’intervento del popolo, ma il popolo c’era tutto. 15.000 operai, commossi, composti, severi seguivano il feretro privo di ogni inutile decorazione. Quaranta e più corone portate a braccio dai compagni di lavoro seguivano le rappresentanze delle organizzazioni intervenute in gran numero. La banda del Comune seguiva il corteo. Si può dire che tutta Medicina, eccettuati pochi, e compresi tutti i buoni era presente col cuore straziato».

Durante la lotta di liberazione il nome di Ugo Morara sarà poi dato a uno dei quattro battaglioni che comporranno la 5ª brigata Matteotti «Otello Bonvicini». Nel 1945 l’Amministrazione comunale di Medicina dedicherà una strada al martire socialista.

LA PAGINA DIGITALIZZATA DEL QUOTIDIANO «AVANTI!» DEL 20 NOVEMBRE 1921
OVE E' RIPORTATA LA NOTIZIA DELL'OMICIDIO DEL SOCIALISTA UGO MORARA