Nell’ambito di «Solidaliscene», rassegna proposta da ExtraVagantis Teatro, e in collaborazione con l’Anpi di Imola, venerdì 9 settembre 2022, con inizio alle ore 20, presso il parco dell’Osservanza (spiazzo centrale, ingresso libero), in via Venturini 4, si svolgerà l’incontro con Lorenzo Teodonio, storico della Resistenza e coautore del libro «Razza partigiana: la storia di Giorgio Marincola (1923-1945)» (scritto a quattro mani con Carlo Costa), e con lo scrittore italo-somalo Antar Mohamed Marincola, nipote di Giorgio, che insieme a Wu Ming 2 ha scritto il romanzo «Timira», dove racconta la storia di sua madre, Isabella, e del fratello Giorgio.
Quella di Giorgio Marincola è una storia così simile, eppure così diversa, da quella di tanti giovani italiani che, dopo l’8 settembre, scelsero di lottare per la liberà e pagarono con la vita quella scelta. La storia di un ragazzo che, come tanti, andava al liceo e aveva molti amici. Ma c’era la dittatura e poi arrivò la guerra e lui diventò antifascista. «Sento la patria – motivava – come una cultura e un sentimento di libertà, non come un colore qualsiasi sulla carta geografica. La patria non è identificabile con dittature simili a quella fascista. Patria significa libertà e giustizia per i popoli del mondo. Per questo combatto gli oppressori».
Allora prese il fucile e, da Roma, se ne andò nell’alta Italia a combattere contro i tedeschi e contro i fascisti. Si unì ai partigiani azionisti, fu catturato, internato, infine liberato il 30 aprile 1945. La guerra in Italia era pressoché finita. Ma Giorgio tornò lo stesso a combattere in Trentino, ancora occupato dai tedeschi, e il 4 maggio 1945 venne ucciso dalle SS in val di Fiemme, nei pressi dell’abitato di Stramentizzo, teatro, assieme a Ziano e Molina di Fiemme, dell’ultima strage nazista sul territorio italiano (Hitler si era già suicidato nel bunker di Berlino il 30 aprile). SS che «non riposano mai finché nessuno più disturberà la felicità della Germania», cantavano quando in marcia lasciarono Stramentizzo in fiamme e i morti per terra.
Giorgio aveva solo 22 anni. Qui finì la Resistenza di un italiano nato in Somalia da padre calabrese e madre somala. Di un partigiano italo-somalo. Di un partigiano con la pelle scura. Di un giovane uomo che aveva dimostrato con la sua vita, come il desiderio di Libertà sia insopprimibilmente universale. Gli è stata conferita la Medaglia d’oro al valor militare.