Durante l’occupazione militare tedesca molte persone ricercate sono state nascoste ed aiutate dalle popolazioni locali. E tra gli ebrei che durante la seconda guerra mondiale sono scampati alle persecuzioni nazifasciste grazie all’aiuto di imolesi «così tanto buoni» vi è stata la pianista austriaca Clara Reiss, salvatasi grazie anche all’aiuto ricevuto dall’ebanista e liutaio Primo Contavalli, col quale la musicista, una volta tornata a Vienna, ha intrattenuto fino alla morte una costante corrispondenza.
Clara aveva 43 anni quando lei, di origine ebraica, era entrata in Italia nel 1939. Da sola. Con lei non c’era nessuno. Non c’erano le sorelle Wanda e Laura, che moriranno in Polonia nel 1942 e nel 1943. E non c’era nemmeno il marito, Erich Benish, funzionario di banca.
In Austria infatti, dopo l’annessione da parte della Germania di Hitler avvenuta il 13 marzo 1938, la situazione degli ebrei era molto peggiorata. Il 15 novembre 1938 Erich era stato rinchiuso a Dachau, per poi essere liberato un mese dopo su intercessione della moglie, a patto però che lasciassero entrambi il paese. Scelsero l’Italia.
Clara ed Erich riuscirono ad entrare in Italia, ma separatamente. Lui grazie ad un permesso di transito, dovette poi imbarcarsi per Shanghai, mentre lei, entrata con un permesso di soggiorno per motivi di salute e cura, rimase invece bloccata a Bologna.
Cercò di raggiungere il marito, che nel frattempo aveva trovato lavoro in Cina. Ma il 10 giugno 1940 Mussolini annunciò l’entrata in guerra e per gli ebrei stranieri si spalancarono le porte dei campi di internamento. Clara venne rinchiusa nel campo di Casacalenda, in provincia di Campobasso. Nell’agosto del 1941 le sue condizioni di salute, già precarie, si aggravarono e ottenne l’internamento libero in una città termale vicino a Bologna. Così il 22 novembre arrivò ad Imola, dove dichiarerà di alloggiare in viale Carducci 19.
L’8 settembre 1943 venne ufficializzata la resa italiana agli eserciti alleati, che diede il via all’occupazione tedesca. Clara Reiss entrò in clandestinità, nascondendosi nelle cantine del palazzo posto in via Emilia 48 di proprietà della famiglia Piani. E ad aiutarla, come più tardi scriverà e mai dimenticherà, ci furono Primo Contavalli, liutaio, di qualche anno più giovane, e la moglie Rosa Landi.
Di Primo ricorderà come in quella custodia di violino non le portasse musica bensì le «cose buone e nutrienti» preparate da Rosa, a scandire un’attesa che sembrava senza fine. Dopo la guerra Clara resterà a Imola ancora qualche anno, per poi rientrare in Austria. Peraltro senza mai dimenticare il maestro e l’amico Primo, con cui si scriverà sino a pochi anni prima della morte.
NELLE FOTO: IL LIUTAIO PRIMO CONTAVALLI CHE AIUTO', ASSIEME ALLA MOGLIE ROSA, LA PIANISTA EBREA CLARA REISS