La mostra itinerante su Zaki e gli altri prigionieri di coscienza

La mostra itinerante su Zaki e gli altri prigionieri di coscienza

La mostra itinerante «Patrick Patrimonio dell’umanità» ha fatto tappa a Imola dal 20 gennaio al 10 febbraio 2022. Cinquanta striscioni di due metri per uno, ognuno riportante un volto e una breve storia scritta che spiega di chi è quel volto costretto nel filo spinato. Cinquanta gigantografie disegnate da Gianluca Costantini, artista ravennate da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani.

Cinquanta storie. Ad iniziare da quella di Patrick Zaki, il giovane attivista egiziano, studente all’Università di Bologna, arrestato il 7 febbraio 2020 all’aeroporto del Cairo per le opinioni politiche espresse e per il lavoro svolto in favore dei diritti umani. Ai volti e alle storie di altri 49 prigionieri di coscienza, uomini e donne privati della libertà in 13 nazioni diverse.

L’iniziativa di sensibilizzazione sul tema della violazione dei diritti umani è partita dal capoluogo dell’Emilia Romagna per mantenere alta l’attenzione pubblica sulla vicenda di Zaki. Iniziativa promossa da Amnesty International Italia, 6000Sardine, Comune di Bologna, Alma Mater e Arcidiocesi, in partnership con Coop Alleanza 3.0 e Station to Station, l’associazione che ha raccolto oltre 260.000 firme a sostegno della richiesta di cittadinanza italiana per lo studente egiziano.

Allestita la prima volta nei portici che conducono al santuario della Madonna di San Luca, la mostra pubblica è stata inaugurata il 16 giugno 2021, giorno del trentesimo compleanno di Zaki. E da allora non si è più fermata, spostandosi da una città all’altra. Fino ad approdare nella città del Santerno su iniziativa di Comune di Imola, Anpi, Libera, soci Coop Alleanza 3.0 e Comitato pace e diritti. Città che, nel luglio scorso, ha conferito a Patrick Zaki la cittadinanza onoraria «riconoscendo nella sua figura quei valori di libertà di studio, di libertà di pensiero e di libertà alla partecipazione pubblica propri di questo territorio e delle istituzioni che lo rappresentano».

“L’ANPI è l’erede dei partigiani italiani che combatterono per le libertà e la democrazia – motiva Gabrio Salieri, presidente della sezione ANPI di Imola – e conseguentemente per i diritti civili ed umani che la dittatura fascista avevano conculcato. Naturale quindi per noi, figli e nipoti dei partigiani imolesi, aderire da subito alla proposta delle Sardine e di Libera per questa mostra a favore della libertà per Patrick Zaki e per la difesa dei diritti civili in tutte le parti del mondo. Certo le realtà dei Paesi che sono responsabili della detenzione delle persone raffigurate nella mostra non sono tutte uguali e non pensiamo certamente di assimilarle, ma riteniamo che i diritti civili ed i diritti umani che i nostri genitori e nonni hanno conquistato in Italia vadano sempre e comunque difesi in ogni parte del mondo”.