Imola intitolerà una sua strada (nell’ambito «N50 Montericco rio Palazzi», nel quartiere Pedagna ovest, all’estremo sud di via Luxemburg) alla scrittrice-partigiana Renata Viganò, autrice del celebre romanzo «L’Agnese va a morire», vincitore nel 1949 del prestigioso premio letterario Viareggio e che fu accolto molto positivamente dagli autori più «moderni» come Italo Calvino e Natalia Ginzburg, allora redattrice Einaudi, che lo fece pubblicare dopo aver espresso un giudizio entusiastico.
Il romanzo, ambientato nelle valli di Comacchio negli otto mesi che precedettero la liberazione dall’occupante nazifascista, racconta la storia di Agnese, lavandaia analfabeta, non più giovanissima, che perde il marito per mano dei nazisti. Agnese non si era mai interessata di politica in vita sua, ma, dopo la morte di Palita, il marito, decide di unirsi ai partigiani, fino al tragico epilogo.
E’ poi del 1976 la trasposizione cinematografica del romanzo, ad opera del regista Giuliano Montaldo, musiche di Ennio Morricone, con l’attrice svedese Ingrid Thulin nella parte di Agnese e l’attore Massimo Girotti in quella di Palita. Nel cast anche Eleonora Giorgi, Aurore Clément, Michele Placido, Stefano Satta Flores, Gino Santercole, Jonny Dorelli, Rosalino Cellamare (Ron), Dina Sassoli, Ninetto Davoli, Flavio Bucci.
Però la scrittrice non farà tempo a vedere il film a causa della sua scomparsa prematura: morirà infatti a Bologna il 23 aprile dello stesso anno. Due mesi prima della morte, le era stato assegnato il premio giornalistico «Bolognese del mese», per il suo stretto rapporto con la città di Bologna e la sua vivace vita culturale. Ma durante gli anni di guerra, Renata Viganò aveva vissuto anche a Imola assieme al marito Antonio Meluschi, collaborando col fogli clandestino «La Comune».