E la storica chiesa di Valmaggiore nell’autunno del 1944 divenne retrovia del fronte

E la storica chiesa di Valmaggiore nell’autunno del 1944 divenne retrovia del fronte

La chiesa di Valmaggiore è un edificio che si trova tra Castel del Rio e Casola Valsenio, sul crinale tra la valle del Santerno e la valle del Senio, a 698 metri di altitudine. La datazione della costruzione non è nota, anche se sembra che l’impianto originario possa risalire addirittura all’anno mille.

Il toponimo Valmaggiore sembra infatti derivare da una torre di segnalazione romana del basso impero (Valle Major). Lo stesso nome è poi rimasto fino al medioevo, quando sull’altura sorsero dapprima un piccolo castello fortificato e poi un piccolo comune, citato per la prima volta nel 1265.

Il minuscolo abitato e la chiesa sono conosciuti soprattutto per il passaggio che vi fece Papa Giulio II il 19 ottobre 1506, quando il pontefice, in viaggio da Palazzuolo sul Senio verso Bologna per scacciare i Bentivoglio, passò proprio da Valmaggiore a cavallo di una mula bianca sontuosamente ornata, accompagnato da cardinali, gentiluomini e da una scorta armata. Gli abitanti delle due valli accorsero lassù per inginocchiarsi al suo passaggio. E a memoria di quell’evento, una lapide orna oggi la facciata della chiesa.

Un altro periodo storico importante per il territorio in cui si trova la chiesa è quello della Seconda guerra mondiale. Nell’autunno del 1944, infatti, reparti tedeschi, formazioni partigiane e reparti alleati si dettero battaglia su questi monti e Valmaggiore divenne luogo di sosta e transito per migliaia di uomini.

La chiesa di Valmaggiore si trova lungo il sentiero Cai 701 ed è raggiungibile a piedi sia dal passo del Prugno (o da monte Battaglia, entrambi sullo stesso sentiero) o da Castel del Rio seguendo prima il sentiero cai 707 che si collega al 701.

E’ quindi una perfetta meta per un trekking, soprattutto per quanto riguarda il sentiero 701 dal passo del Prugno che, sviluppandosi sul crinale, presenta un dislivello complessivo affrontabile da escursionisti di tutte le esperienze. Inoltre, partendo dal passo, si incontra prima monte Battaglia e, dopo un paio d’ore dalla partenza, si arriva alla chiesa di Valmaggiore, unendo così due importanti punti di interesse che rimandano all’autunno del 1944.

Dopo avere conquistato monte Battaglia e combattuto duramente per mantenerne il controllo, dopo aver consegnato l’altura strategica ai militari statunitensi e lottato fianco a fianco per respingere gli assalti dei tedeschi, i partigiani del III Battaglione comandato da Carlo Nicoli, dopo tre giorni di combattimenti, esausti e affamati, la notte tra il 28 e il 29 settembre scesero proprio nella chiesa di Valmaggiore per riposarsi e rifocillarsi.

«Era già sera – racconterà Cosimo Resta, partigiano della 36ª Brigata Garibaldi – quando giungemmo in vista della chiesa. I tedeschi sparavano ancora, ed un proiettile di artiglieria esplose proprio tra me e Gino Armaroli, ferendolo alla gamba. Fu un colpo grave, che gli costò la perdita della gamba sinistra, anche per mancanza di cure immediate.

Tutta la notte la passammo nella chiesa, assieme ai soldati americani. Da giorni pioveva e quasi tutti eravamo bagnati fradici. Nella chiesa vi era un fumo intenso che usciva dai fuochi che i soldati avevano acceso per riscaldarsi e per asciugarsi. Il mattino seguente partimmo dalla chiesa che pioveva ancora, diretti verso le retrovie, ignari di quanto stava per accadere».

Scesi nell’abitato di Valsalva per rifocillarsi, i partigiani verranno poi trasportati a Coniale, dove la polizia militare (con loro disappunto e malgrado le rimostranze) tolse loro quelle armi che erano costate così tanti sacrifici.

«Giunti a un posto di comando americano ci radunarono tutti in un cortile, e un ufficiale che parlava l’italiano ci disse che dovevamo deporre le armi. Quella notizia fu un tonfo al cuore, nessuno si voleva rassegnare a lasciare quelle armi conquistate col sangue. Ma non ci fu verso di dissuadere gli americani. E quando fucili, pistole e mitra formarono un mucchio, un carro armato ci passò sopra coi cingoli riducendoli a ferraglie».

Finiva qui la lotta dei partigiani della 36ª Brigata in difesa dei monti Battaglia, Carnevale e Cappello, iniziata il precedente 26 settembre e costata undici caduti e parecchi feriti. Sul loro eroismo, però, calò la censura e vennero ignorati dai bollettini militari alleati.

Dopo la guerra la zona di Valmaggiore si è andata spopolando e la chiesa ha perso il titolo parrocchiale. L’edificio abbandonato ha subito gravi danni strutturali fino al 1996, quando l’Istituto per il sostentamento culturale del clero di Imola ha avviato la realizzazione di opere atte al ripristino ed alla salvaguardia del bene dalla distruzione totale.

Il tetto originale crollato è stato sostituito da una copertura in vetro particolarmente suggestiva che, unendo il presente al passato, conferisce alla struttura un’insolita luminosità. Vi si celebra ancora la messa una volta all’anno, la terza domenica di luglio. Una targa posta dall’Anpi, inaugurata il 23 luglio 2019, ricorda i civili del luogo che vennero uccisi dai nazisti in quel tragico settembre 1944.