27 settembre 1944, Castel del Rio primo comune liberato della provincia di Bologna

27 settembre 1944, Castel del Rio primo comune liberato della provincia di Bologna

La linea Gotica era una linea difensiva fortificata approntata dall’esercito tedesco nell’Italia centro-settentrionale durante la seconda guerra mondiale. Tale linea difensiva fortificata si estendeva dal versante tirrenico dell’attuale provincia di Massa-Carrara fino al versante adriatico della provincia di Pesaro e Urbino, seguendo un fronte di oltre 300 chilometri che si snodava lungo i rilievi appenninici.

Apprestamento difensivo che fu teatro di duri combattimenti tra le truppe tedesche agli ordini del feldmaresciallo Albert Kesselring e le forze alleate comandate dal generale Harold Alexander. Kesselring intendeva con essa proseguire la sua tattica della ritirata combattuta, messa in atto fin dallo sbarco degli alleati in Sicilia, per infliggere al nemico il maggior numero di perdite possibili e in modo tale da rallentare od addirittura riuscire a fermare l’avanzata anglo-americana verso nord, difendendo la pianura Padana e quindi l’accesso al Reich attraverso il passo del Brennero, e l’accesso all’Europa centrale attraverso Trieste e il valico di Lubiana

Per superare quest’ultimo importante baluardo della difesa tedesca le forze alleate, composte dall’8ª Armata britannica e dalla 5ª Armata statunitense, idearono un piano strategico denominato operazione Olive, che prese avvio nell’agosto del 1944. Piano che, tuttavia, ebbe solo un parziale successo in quanto, pur a fronte dello sfondamento delle linee fortificate e della conquista di ampie porzioni di territorio, le forze tedesche (favorite anche dalle condizioni meteorologiche avverse) riuscirono a contenere l’attacco alleato sino a bloccarlo alla fine del 1944. E soltanto a partire dal 21 aprile 1945, a seguito dell’offensiva alleata di primavera, la linea Gotica verrà definitivamente superata.

Il piano prevedeva due direttrici d’attacco separate. L’8ª Armata britannica avrebbe attaccato per prima dal lato della costa adriatica. Non appena l’attenzione di Kesselring fosse stata sufficientemente attratta da quel settore, la 5ª Armata statunitense avrebbe a sua volta attaccato nella parte sinistra del settore centrale puntando su Bologna. Quando poi il feldmaresciallo tedesco avesse tentato di reagire anche a questa nuova minaccia, l’8ª Armata sarebbe ripartita all’attacco in modo da sbucare nella pianura Padana.

L’attacco alla linea Gotica iniziò il 25 agosto, cogliendo di sorpresa i tedeschi, che non si erano accorti dell’anomalo ammassamento di truppe avversarie a ridosso del fronte. Il 30 agosto, dopo un massiccio bombardamento aereo e terrestre che aveva sconvolto le linee tedesche, britannici e canadesi diedero il via al primo violento assalto nel settore adriatico.

La manovra a tenaglia voluta dal generale Alexander prevedeva inoltre l’attacco alle posizioni tedesche dell’Appennino tosco-romagnolo. Attacco originariamente deciso verso il passo della Futa, nel punto di giunzione tra le due armate tedesche, ma che all’ultimo momento venne spostato verso il Giogo di Scarperia, ritenuto meno arduo da conquistare.

In realtà il comando tedesco si aspettava l’offensiva proprio in quella zona e vi aveva concentrato alcune delle migliori divisioni rimaste alla Wehrmacht. La battaglia fu quindi durissima: iniziò il 13 settembre e durò quattro giorni. Al tramonto del 17 settembre i soldati alleati irruppero nelle trincee tedesche dopo aver risalito il crinale sotto il fuoco di sbarramento nemico. Il 18 settembre il passo del Giogo era in mani statunitensi.

Ma dopo i successi iniziali, verso la fine di settembre l’avanzata alleata sulla parte orientale della linea Gotica cominciò a rallentare, anche a causa delle piogge insistenti che rendevano quantomai problematico l’impiego dei reparti corazzati. Subito dopo lo sfondamento del fronte tedesco al giogo, invece, il generale Mark Clark aveva proseguito l’offensiva sull’Appennino tosco-romagnolo.

Chiave dello schieramento tedesco erano Castel del Rio e le montagne circostanti, in particolare monte Battaglia. Clark aveva sostituito l’85ª Divisione con l’88ª (i «Blue devils»), richiamata dalla riserva al centro dello schieramento d’attacco. Così, mentre il 351° Reggimento statunitense avanzava verso Castel del Rio, nella parte centrale della valle, il 350° a sua volta stava avanzando sul fianco destro di monte Battaglia, il rilievo che nei giorni successivi diventerà teatro di una delle più cruente e sanguinose battaglie combattute sulla linea Gotica e che inizialmente vedrà i fanti statunitensi e i partigiani del 3° Battaglione della 36ª Brigata Garibaldi «Bianconcini», comandato da Carlo Nicoli, combattere fianco a fianco.

Le avanguardie dell’88ª Divisione statunitense dalla notte del 21 settembre si erano mosse lungo la valle del Santerno, sotto una pioggia intermittente, incontrando scarsa resistenza. Ma il terreno montano impervio aveva costretto gran parte dello schieramento avanzante (costituito dal 350° Reggimento a destra e dal 349° a sinistra, col 351° di riserva) a procedere lungo i crinali, con notevole difficoltà e non senza inconvenienti. Durante l’avanzata, infatti, una pattuglia del 32° Reggimento granatieri tedesco, infiltratasi tra le linee nemiche, era riuscita, grazie alla migliore conoscenza del terreno, a catturare un intero posto di comando di battaglione statunitense.

Malgrado tutto ciò, monte della Croce, sulla destra del Santerno, era stato conquistato il 23 settembre da truppe dell’88ª Divisione, mentre, a sinistra, l’85ª aveva occupato monte la Fine e il 26 settembre monte Pratolungo.

Nel frattempo la 715ª Divisione tedesca, coinvolta nello sfondamento del fronte a Firenzuola, aveva però cominciato a ricevere rinforzi dalla 362ª Divisione di fanteria del 1° Corpo paracadutisti, proveniente dal settore adriatico, e qualche giorno dopo era arrivata al fronte anche la 44ª Divisione fanteria austriaca, reduce da Stalingrado e duramente provata dalla battaglia di Montecassino.

Castel del Rio è presidiata soltanto da un battaglione della 44ª, in tutto un centinaio di uomini. I fanti del 351° Reggimento iniziano l’attacco attorno alle 6 del mattino. Una compagnia del secondo battaglione statunitense viene bloccata nei pressi della piazza dall’efficace fuoco di mitragliatrici appostate nello storico palazzo degli Alidosi. Mentre i commilitoni tengono impegnato il nemico, gli uomini del terzo battaglione statunitense aggirano le postazioni difensive tedesche, costringendo i nemici ad una precipitosa ritirata. Alle 9 del mattino il piccolo paese montano è completamente in mano alle avanguardie dell’88ª Divisione. E’ il 27 settembre 1944 e Castel del Rio è il primo comune della valle del Santerno, e della provincia di Bologna, ad essere liberato dagli alleati.

Divenuto la punta più avanzata dello schieramento alleato sull’Appennino tosco-romagnolo, Castel del Rio rimarrà per un po’ di tempo sotto il tiro dei cannoni tedeschi, subendo ancora notevoli distruzioni. Il palazzo rinascimentale degli Alidosi (oggi sede del Comune) ospiterà il maggiore inglese George Burbury, governatore di distretto incaricato di una prima ricostruzione del paese, mentre i pochi edifici rimasti agibili verranno utilizzati dagli alleati come magazzini e alloggi per le truppe.

NELLA FOTO: CASTEL DEL RIO, OTTOBRE 1944: UN SOLDATO BRITANNICO
DI GUARDIA AD ALCUNI PRIGIONIERI TEDESCHI
CATTURATI DURANTE I COMBATTIMENTI SU MONTE BATTAGLIA