Ottant’anni fa, l’8 settembre 1943, veniva reso pubblico l’armistizio firmato il precedente 3 settembre nella cittadina di Cassibile, presso Siracusa, con il quale l’Italia si arrendeva incondizionatamente agli eserciti anglo-statunitensi sbarcati in Sicilia il 10 luglio di quell’anno, disimpegnandosi così dall’alleanza con la Germania nazista.
La Germania, ormai ex alleata, aveva reagito secondo un piano preparato da tempo, occupando tutti i centri strategici ancora militarmente sotto il controllo del Regio esercito e cercando di catturare quanti più soldati italiani possibile, per poi rinchiudeli nei campi di concentramento e utilizzarli come forza-lavoro coatta.
Abbandonato da re e vertici militari (fuggiti precipitosamente da Roma) e rimasto senza direttive dallo Stato maggiore, il Regio esercito si dissolse in poche ore. Fu in tal modo consentito all’ex alleato di occupare agevolmente oltre due terzi del territorio nazionale e tutti i territori occupati dal Regio esercito nella Francia meridionale, nei Balcani e in Grecia, e di catturare ingentissime quantità di bottino e quasi seicentomila soldati italiani.
Questi ultimi furono considerati dai tedeschi non come prigionieri di guerra, quindi soggetti alla convenzione di Ginevra, ma come «internati», classificazione che dava al Governo tedesco, secondo un’interpretazione assolutamente unilaterale voluta da Hitler in persona, il diritto di trattare e sfruttare i prigionieri con metodi e modi del tutto al di fuori delle convenzioni internazionali.
Ebbene, venerdì 8 settembre, alle ore 18, presso i locali della biblioteca comunale di Casalfiumanese (in viale Andrea Costa 27), verrà presentata «Io dico no! La resistenza dei militari italiani a Hitler e Mussolini dopo l’8 settembre 1943», mostra che racconta la vicenda dei militari italiani internati, dalla cattura alla prigionia, dal lavoro coatto alla liberazione.
Saranno presenti Beatrice Poli, sindaca di Casalfiumanese, Roberta dall’Osso, presidente dell’Aned di Imola (l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti), e Marco Orazi, del Cidra (il Centro imolese di documentazione sulla resistenza antifascista e storia contemporanea) e curatore della mostra. Mostra che resterà allestita dall’8 settembre al 31 ottobre.