Bologna ricorda i 270 fucilati dai fascisti al poligono di tiro

Bologna ricorda i 270 fucilati dai fascisti al poligono di tiro

Bologna si appresta a ricordare le 270 persone (antifascisti, partigiani, ebrei, renitenti alla leva, disertori…) che furono fucilate al poligono di tiro di via Agucchi, oggi Tiro a segno nazionale, nel periodo che va dall’8 settembre 1943, giorno in cui venne reso noto l’armistizio (di fatto la resa incondizionata del Regno d’Italia alle forze alleate) e inizio dell’occupazione nazista, fino alla liberazione della città, avvenuta il 21 aprile 1945.

Nel lungo elenco delle vittime vi sono anche quattro imolesi. I loro nomi sono scolpiti «a perenne memoria» nella lapide posta sul muro esterno della sezione Anpi di Imola, in piazzale Giovanni dalle Bande Nere 14, di lato all’entrata della sede. Si tratta dell’insegnante di musica Alessandro Bianconcini, 35 anni, antifascista, combattente in Spagna e partigiano; del professor Francesco D’Agostino, 62 anni, già medico personale di D’Annunzio, primario chirurgo all’ospedale civile di Imola e poi direttore dell’ospedale militare; e dei fratelli Bartolini, Alfredo di 28 anni, operaio della Cogne, e Romeo di 43 anni, anch’egli operaio alla Cogne, arrestati sulla base di voci infondate e solo il primo con precedenti politici in quanto aveva fatto parte della guardia nazionale patriottica.

Furono condannati a morte in un processo farsa per rappresaglia dopo l’uccisione segretario federale del Partito fascista repubblicano di Bologna Eugenio Facchini ad opera di un nucleo di gappisti. Assieme a loro, quel 27 gennaio 1944, furono fucilati al poligono di tiro altri quattro antifascisti: Silvio Bonfigli, 58 anni, impiegato, ex console della milizia; Cesare Budini, 46 anni, geometra; Ezio Cesarini, 41 anni, giornalista del «Carlino»; Zosimo Marinelli, 50 anni, operaio.

In onore di Alessandro Bianconcini, già comandante della 7ª brigata Gap, quella che era nata nei primi mesi del 1944 come 4ª brigata d’assalto Garibaldi, operante sull’Appennino faentino-imolese, nell’estate dello stesso anno assumerà il suo nome divenendo la 36ª brigata Garibaldi «Alessandro Bianconcini», formazione che scriverà pagine gloriose indimenticabili nella lotta di Liberazione nazionale.

Quest’anno la cerimonia in ricordo dei 270 fucilati si svolgerà mercoledì 26 ottobre, con inizio alle ore 10.00, presso il Tiro a segno nazionale di via Agucchi 98. Dopo i saluti dell’Anpi e dei presidenti dei Quartieri Navile e Borgo Panigale – Reno, rispettivamente Federica Mazzoni ed Elena Gaggioli, vi sarà una riflessione storica sulle fucilazioni a cura della professoressa Monica Bergamaschi, della sezione Anpi Santa Viola intitolata a «Mario Ventura», partigiano della 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi, anch’esso lì fucilato il 18 novembre 1944.

NELLA FOTO: LA LAPIDE POSTA SUL MURO ESTERNO DELLA SEZIONE ANPI DI IMOLA,
IN PIAZZALE GIOVANNI DALLE BANDE NERE 14, DI FIANCO ALL'ENTRATA DELLA SEDE,
OVE SONO INCISI I NOMI DI PARTIGIANI E ANTIFASCISTI IMOLESI CADUTI A BOLOGNA