Martedì 12 luglio 2022, alle ore 21.00, presso la sede del Cidra, in via Fratelli Bandiera 23, a Imola, si terrà la presentazione del libro “Linea 37: la strage di Bologna vista dai simboli che ne furono i protagonisti”, su iniziativa di Cidra, Anpi Imola e Comune di Imola.
Interverranno l’autore Fabio Franci, Paolo Sacrati, in rappresentanza dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, l’imolese Agide Melloni, che fu l’autista dell’autobus 37, e Antonella Colombi, narratrice del Cantiere 2 Agosto. Modererà l’incontro Lara Alpi, giornalista del settimanale “sabato sera”.
In questo libro sono quattro oggetti-simbolo che si animano per raccontare la strage avvenuta alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 e gli anni successivi: l’autobus 37 che trasportò i primi feriti agli ospedali e poi si trasformò in un carro funebre portando le vittime della strage agli obitori della città; il taxi 208 distrutto dalle macerie della stazione che gli è crollata sopra; l’orologio fermatosi alle 10.25; un quadro appeso all’interno della sala d’attesa di prima classe e tuttora dentro la sala d’attesa della stazione.
“Lo sguardo degli oggetti che hanno vissuto quei momenti, è un punto di vista diverso per capire la strage – spiega l’autore Fabio Franci -. Oggi, a distanza di 42 anni, quegli stessi oggetti, sono diventati simboli di memoria.
L’autobus della linea 37, l’orologio fermo alle 10.25, un taxi distrutto dalle macerie ed un quadro appeso in sala d’aspetto sono stati, a loro modo, protagonisti del 2 agosto 1980 e dopo 42 anni si sono trasformati in simboli tangibili ed immediati di una strage.
Quale bolognese non alza lo sguardo verso l’orologio quando passa davanti alla stazione?
Quale bolognese non riconosce la sagoma dell’autobus 37?
Questo libro nasce dalla domanda: cosa racconterebbero questi oggetti se potessero parlare, se potessero esprimere i loro ricordi, le loro sensazioni, i loro sentimenti?
Esce così uno sguardo particolare della strage e dei 42 anni che ci separano da lei. Le storie, gli avvenimenti e le emozioni di chi ha vissuto quella strage da vittima, da ferito, da soccorritore, tutto viene filtrato attraverso gli occhi di quattro oggetti che prendono vita, e raccontano la loro strage come vittime, soccorritori, testimoni.
Il libro vuole essere uno strumento per far si che la memoria ed il ricordo della strage, e di come è stata affrontata dalla città di Bologna, siano rinnovati anche a distanza di oltre 40 anni. Le nuove generazioni devono essere stimolate dalle immagini di questi simboli al fine di avvicinarsi alla strage, per studiarla, tentare di comprenderla e farsi nuove portatrici di memoria.”