Nome di battaglia «Sole», Elio Gollini era nato il 27 maggio 1924 a Imola da Pio e Adalcisa Bartolini, famiglia antifascista. Fin da giovane aveva così avuto contatti coi perseguitati Primo Bassi, Romeo Galli, Amedeo Tabanelli. Frequentazioni che ne avevano rafforzato fin da giovanissimo l’avversione al regime mussoliniano e che lo porteranno a prendere parte alla lotta di liberazione dal nazifascismo con ruoli di primo piano.
Entrato nel movimento giovanile comunista e nel Fronte della Gioventù imolese, dopo l’armistizio ed il dissolvimento del regio esercito parteciperà attivamente al recupero delle armi abbandonate dai soldati italiani e sarà tra gli organizzatori della Guardia nazionale armata, prima forma organizzata della Resistenza.
Successivamente, quando Nardi e Sangiorgi lasceranno Imola per andare coi partigiani istriani, rimarrà in contatto con Guido Gualandi, Carlo Nicoli, Aldo Cucchi, Domenico Rivalta e Natale Tampieri, cercando nel difficile inverno ’43-’44 di mantenere e consolidare i rapporti organizzativi dei gruppi giovanili e sollecitando la realizzazione di basi partigiane sull’Appennino. E nel gennaio 1944 «Sole» verrà incaricato dell’attività politico-organizzativa in città in diretto collegamento con Ezio Serantoni, «Mezanòt», il responsabile organizzativo, politico e militare dell’intero mandamento imolese, nonché presidente del Cln.
Membro del comitato direttivo della zona imolese del Partito comunista (responsabile della città, prima, e della città e collina, poi), entrerà a far parte della redazione del giornale clandestino «La Comune», diretto da Claudio Montevecchi. E quando questi, nel maggio, sarà costretto ad abbandonarla per sfuggire alla caccia dei nazifascisti, Gollini ne assumerà la guida fino al dicembre 1944, quando Walter Tampieri e Vero Vannini, addetti alla riproduzione, verranno arrestati dai brigatisti neri ed il materiale utilizzato per la stampa distrutto.
Gollini sarà tra i massimi organizzatori dell’attività antifascista nelle fabbriche e fra i giovani e delle Sap, le Squadre di azione patriottica che nasceranno col compito di sviluppare il «coinvolgimento popolare nella guerra di liberazione nelle città e nelle campagne» e delle quali diverrà vicecomandante di battaglione prima e poi di brigata.
Dall’estate 1944 farà parte del comando militare Sap, diretto da Natale Tampieri e Aldo Afflitti. Organismo che dal settembre 1944 si integrerà nel Comando piazza di Imola, in previsione di una rapida avanzata degli eserciti alleati. E «Sole» entrerà così a far parte del Comando piazza (diretto, in successione, dai tenenti Luigi Spadoni e Amedeo Ruggi e dal colonnello Ercole Felici) col ruolo di addetto ai servizi Informazioni e Stato maggiore.
Individuato dalle autorità fasciste, continuamente braccato, Elio continuerà la propria attività resistenziale spostandosi continuamente da un luogo all’altro. Dopo gli arresti del novembre 1944, che infersero un durissimo colpo al movimento clandestino imolese, nel gennaio 1945 Gollini sfuggirà fortunosamente ad una irruzione di tedeschi e brigatisti neri. E ormai impossibilitato a muoversi, in accordo con Ezio Serantoni e Sante Vincenzi si trasferirà a Bologna presso il recapito autotrasporti F.lli Bartolini, in via Centrotrecento.
Questo recapito si rivelerà un luogo privilegiato di osservazione, attraverso il quale si poteva accedere ai comandi tedeschi per le autorizzazioni ai trasporti e i permessi individuali. E ciò frutterà preziose informazioni e documenti. Ma l’azienda F.lli Bartolini si rivelerà anche un luogo molto esposto.
Individuato da un delatore, Gollini sfuggirà nuovamente ai militi fascisti che fecero irruzione, armi alla mano, in via Centotrecento, mentre contemporaneamente, a Imola, i poliziotti fascisti entravano nell’abitazione dei familiari, percuotevano la madre e ne saccheggiavano i beni.
«Sole» resterà rifugiato nella zona della Mascarella fino alla liberazione di Bologna. La mattina del 21 aprile prenderà contatto con il comando della Divisione «Bologna» del Corpo Volontari della Libertà all’ex ospedale Maggiore e poi raggiungerà, con questi, palazzo Re Enzo. Nello stesso pomeriggio rientrerà avventurosamente a Imola, la sua città ormai libera.
Elio Gollini è stato riconosciuto partigiano, con il grado di capitano e la qualifica di vicecomandante della Brigata Sap «Santerno-Imola», dal 9 settembre 1943 alla Liberazione.