Una luminosa giornata di sole e un pubblico numeroso hanno fatto da cornice alla cerimonia commemorativa svoltasi domenica scorsa, 19 febbraio, in ricordo dei sette partigiani «caduti per la libertà» durante la guerra di liberazione dal nazifascismo, i cui nomi sono scolpiti nella lapide che si trova nella frazione imolese di Osteriola: Lino Afflitti, Otello Cardelli, Candido Contoli, Armando Gardi, Enea Suzzi, Angelo Volta ed il conselicese Zelino Frascari.
«Persone che hanno dato la vita per la difesa di valori nobili e irrinunciabili quali la libertà, l’uguaglianza, la democrazia, la pace – ha ricordato il sindaco di Imola, Marco Panieri, dopo aver scandito i sette nomi, uno per uno –. E l’impegno che ognuno di noi deve portare avanti ogni giorno è quello di esserne testimoni della memoria. Perché il ricordo del loro sacrificio, la memoria delle ragioni della loro lotta e degli ideali di cui quelle persone erano portatrici rappresentano un solco importante ove seminare e far germogliare, ieri come oggi, il seme della democrazia».
«Quello di oggi, qui ad Osteriola, è un presidio di democrazia – ha tenuto a rimarcare Paola Pula, sindaca di Conselice –. Noi siamo convenuti qui in questo luogo per onorare il ricordo di chi ha sacrificato la propria vita per la libertà. Quella libertà di cui noi tutti godiamo i vantaggi. Perciò avere memoria di quanto accaduto, del perché è accaduto, di come è accaduto è importante. Tanto più importante quanto più viene meno, per ragioni anagrafiche, la testimonianza diretta di chi ha vissuto quei tragici eventi. Occorre quindi pensare ad una modalità di testimonianza nuova, che prenda conoscenza dei luoghi della memoria, mappandoli e creando percorsi della memoria che ci permettano di far conoscere le storie di quelle persone che hanno visto e vissuto una grande epopea di lotte. Quindi onore a loro e continuiamo a fare presidio democratico».
«Siamo veramente in tanti qui oggi – ha continuato il sindaco di Massa Lombarda, Daniele Bassi –. Certo, è importante essere in tanti. Ma la mera presenza non basta, non è più sufficiente. Ogni giorno che passa viene meno la testimonianza diretta di qualcuno che ha vissuto gli anni tremendi dell’oppressione fascista e dell’occupazione nazista. Si sta creando un vuoto che è necessario colmare. Ci dicono di farla finita col rievocare quei tragici eventi perché sono trascorsi tanti anni e bisogna guardare avanti. Al giorno d’oggi pare non essere più normale difendere valori come libertà e solidarietà, rispettare democrazia e pluralismo, chiedere pace e fratellanza. Ecco quindi che ognuno di noi deve assumersi il compito farsi portatore dei valori che stanno a fondamento della democrazia e della Costituzione e di veicolarli. Valori che oggi purtroppo rischiano di venire meno, come ci raccontano le cronache quotidiane».