Si è spenta lo scorso 10 luglio, all’età di 97 anni, la staffetta partigiana Maria Turrini. Era nata il 29 gennaio 1925 ad Imola da Francesco e Filomena Medri. «Mio babbo era un anarchico antifascista. Quando non tornava a casa, io e mamma andavamo col pentolino alle carceri a portargli da mangiare», aveva raccontato Maria nel corso di una recente intervista nell’ambito del progetto «Noi partigiani», il memoriale della Resistenza italiana.
Durante la guerra di liberazione Maria aveva militato nel battaglione Rocco Marabini della brigata Sap Imola. Diplomata all’istituto tecnico femminile, all’inizio del 1944 era stata impiegata nella riproduzione dattiloscritta delle copie del nuovo giornale della Resistenza imolese «La Comune». Poi, per colpa dei bombardamenti, la famiglia era sfollata a Mordano, dove Maria era stata impiegata come staffetta. «Avevo una borsa di paglia che riempivo di libri e sotto i libri nascondevo la stampa clandestina, ma delle volte anche bombe e munizioni».
Riconosciuta partigiana dall’1 agosto 1944 al 14 aprile 1945, nell’ambito delle celebrazioni della Liberazione, nel 2014 il Comune di Imola le aveva consegnato un diploma ad honorem e una targa riportante la scritta: «A Maria Turrini con profonda gratitudine per il suo coraggioso ed instancabile impegno di staffetta partigiana, ancora giovanissima, in difesa della libertà dall’oppressione e del valore che per tutti essa rappresenta».
La sua ultima presenza pubblica era avvenuta nel 2021 quando, pur ormai costretta in carrozzina, aveva voluto essere presente alla cerimonia di commemorazione delle compagne di lotta Maria Zanotti e Livia Venturini, mitragliate dai militi repubblichini il 29 aprile 1944 perché invocavano «pane e pace». Nel corso di quella cerimonia, il sindaco Marco Panieri le aveva donato un mazzo di fiori e la riproduzione del Grifo, simbolo della città di Imola.
NELLE FOTO: MARIA TURRINI, IL PICCHETTO D'ONORE DELL'ANPI DI IMOLA DURANTE IL SUO FUNERALE E LA SUA ULTIMA PRESENZA PUBBLICA