Col ritorno dalle vacanze e con la piena ripresa delle attività di Anpi e Cidra (il Centro imolese di documentazione sulla resistenza antifascista e storia contemporanea) e dell’associazione PerLeDonne, tornano (senza restrizioni dovute alla pandemia) le presentazioni di libri. Tra queste, il prossimo appuntamento in agenda è per sabato 10 settembre, presso il suggestivo cortile della magnolia, all’interno del complesso ex Annunziata (in via Fratelli Bandiera 23).
Lì, con inizio alle ore 18, avrà luogo la presentazione del libro «Percorsi di viaggio» (edito da Impremix Edizioni Visual Grafika di Torino), dedicato al Museo valsusino della Resistenza, di cui sono curatori Aurora Tabone, Luciano Midellino e Franco Boetto, tutti componenti del direttivo della sezione Anpi di Condove-Caprie. La serata sarà condotta da Lisa Laffi, giornalista e scrittrice imolese autrice, tra le sue numerose opere, di una raccolta di biografie di figure femminili («Cento passi di donne») e delle biografie delle staffette partigiane Clementina Violetta («Il valore della memoria») e Virginia «Gina» Manaresi («La scelta di una vita»).
Nell’occasione la cittadinanza potrà visitare (prenotando allo 0542/24422 oppure scrivendo a info@cidra.it) la mostra permanente del Museo dell’Antifascismo e della Resistenza imolese, allestita proprio nei locali dell’ex Annunziata, ove ha sede anche l’Anpi di Imola, in piazzale Giovanni dalle Bande Nere 14.
«Il movimento di Liberazione dell’Italia dal nazismo e dal fascismo – spiega Daniela Martelli, componente del comitato direttivo dell’Anpi di Imola – fu un movimento composito che nacque, crebbe e si affermò in molti luoghi e in molte forme. Ebbene, la presentazione del libro “Percorsi di viaggio” ad opera dei suoi autori, sarà l’occasione per conoscere una delle esperienze resistenziali al nazifascismo più importanti d’Italia: quella che si sviluppò nella val di Susa, ovvero nella valle alpina situata nella parte occidentale del Piemonte, a ponente di Torino, confinante con la Francia a ovest».
Un territorio strategico per gli occupanti nazifascisti, vista la presenza di grandi centrali idroelettriche e di elettrodotti attraverso cui rifornire di energia l’area industriale di Torino. E visto che di lì, da quella valle, passavano infrastrutture viarie e ferroviarie di rilevanza internazionale, che mettevano in collegamento la pianura Padana con l’Europa occidentale. Territorio che fu quindi inevitabilmente interessato da una intensa lotta partigiana.
Su quei monti ed in quelle vallate la Resistenza ha contribuito in modo decisivo, con il supporto delle popolazioni civili, alla lotta antifascista ed alla liberazione della città di Torino, pagando un alto tributo di vite umane. Nel 2014 l’Anpi locale ha così deciso di istituire un Museo della Resistenza a Condove, paese di circa 5 mila abitanti posto a 30 chilometri da Torino e che ha il più esteso comprensorio montano della valle.
E la stessa sede del Museo ha un chiaro significato simbolico: si trova infatti nei locali storici della ex Officine Moncenisio, azienda meccanica e di produzione bellica che negli anni ’40 fu occupata dalle forze militari tedesche, ma i cui lavoratori dettero un contributo significativo alla lotta di Liberazione. Per questo, di fronte all’ingresso principale, nel 1946 fu eretto un monumento ai Caduti partigiani, su proposta di Enrica Morbello Core, staffetta della 114ª Brigata Garibaldi che partecipò attivamente alla lotta di Liberazione in valle.
Il Museo offre alla curiosità dei visitatori un’ampia raccolta di cimeli e reperti storici originali, di testimonianze fotografiche e grafiche, di mappe e percorsi dei sentieri della memoria sulla montagna di Condove, oltre a mettere a disposizione le proprie biblioteca e mediateca. «Il progetto museale – spiega l’Anpi nella presentazione – si iscrive nella prospettiva di dialogare con le istituzioni e con la scuola del territorio per costruire insieme dei percorsi formativi che permettano di studiare il passato per capire il presente. L’obiettivo prioritario del Museo è infatti quello di favorire la cooperazione tra l’educazione formale della scuola e quella informale, ovvero quella che i musei e le associazioni sono in grado di fornire per far sì che si costruisca, attraverso le riflessioni sul passato e sulla memoria storica, una coscienza storica e civile sulla contemporaneità».
NELLA FOTO: UNO SCORCIO DEL MUSEO VALSUSINO DELLA RESISTENZA