9 maggio, la giornata di chi vuole la pace

9 maggio, la giornata di chi vuole la pace

Il 9 maggio 1950 l’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose l’idea di una nuova forma di collaborazione politica in Europa che avrebbe reso impensabile un’altra guerra tra le nazioni europee. Pochi anni prima era terminata la seconda guerra mondiale, il più grande conflitto armato della storia, costato all’umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri, con una stima totale di morti che oscilla tra i 55 e i 60 milioni di individui e le popolazioni civili che si trovarono coinvolte nelle operazioni in una misura sino ad allora sconosciuta, e furono anzi bersaglio dichiarato di bombardamenti, rappresaglie, persecuzioni, deportazioni e stermini. Al termine della guerra, l’Europa era ridotta a uno sterminato cumulo di macerie.

La data del 9 maggio è poi divenuta la «Giornata dell’Europa», giornata in cui celebrare e riaffermare la volontà di pace e di unità. Volontà di pace in Europa peraltro resa nuovamente di stringente attualità a seguito dell’invasione dell’Ucraina voluta dal presidente russo Vladimir Putin. A 72 anni dalla dichiarazione di Schuman, i Paesi dell’Unione europea si trovano quindi nuovamente di fronte a una sfida storica: quella di tenere fede al processo di integrazione e di pace all’interno del continente europeo.

E lunedì 9 maggio 2022 in tante città dell’Unione europea migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere l’immediata cessazione delle ostilità. Manifestazioni si sono svolte anche a Bologna e Imola, promosse da un ampio ventaglio di associazioni. «Abbiamo chiamato le persone alla mobilitazione – spiegano i promotori – per far arrivare due chiari messaggi ai vertici delle istituzioni: vogliamo un’Unione europea unita nell’essere mediatrice di pace fra Russia e Ucraina, portando al tavolo di negoziazione i loro rappresentanti con l’obiettivo di fermare la guerra; e bloccare l’aumento delle spese militari dei singoli Paesi, a partire dall’Italia, per onorare il sogno europeo di affrontare le grandi sfide sociali, politiche, economiche senza il ricorso alla forza militare, ma con l’impegno della cooperazione fra Paesi».