8 dicembre 1944, Fontanelice torna alla libertà e alla democrazia

8 dicembre 1944, Fontanelice torna alla libertà e alla democrazia

Il 25 agosto 1944 era iniziata sul fronte adriatico l’offensiva alleata contro la linea Gotica. Una seconda direttrice d’attacco interessava l’Appennino tosco-romagnolo, dove le truppe alleate il 18 settembre avevano occupato il passo del Giogo di Scarperia. Firenzuola era stata liberata il 22 e Palazzuolo il 23 dello stesso mese.

Castel del Rio era stato il primo comune della provincia di Bologna ad essere liberato dalle truppe alleate, la mattina del 27 settembre 1944. I primi ad entrare nel paese montano della valle del Santerno erano stati i soldati del 351° Reggimento dell’88ª Divisione statunitense, i «Blue devils», che in un paio d’ore avevano avuto ragione del presidio tedesco. Divenuta così la punta più avanzata dello schieramento alleato sull’Appennino tosco-romagnolo, Castel del Rio rimarrà per un po’ di tempo sotto il tiro dei cannoni tedeschi, subendo ancora notevoli distruzioni.

Nel pomeriggio dello stesso giorno erano iniziati i combattimenti per il possesso di monte Battaglia, un’altura strategica posta nel territorio del vicino comune di Casola Valsenio, che i partigiani della 36ª Brigata Garibaldi avevano occupato precedentemente e consegnato ai militari statunitensi del 350 Reggimento. Combattimenti che andranno avanti per giorni e giorni. Il 3 ottobre i fanti statunitensi lì impegnati verranno avvicendati dalle guardie gallesi della 1ª Brigata che, fino all’11 ottobre, dovranno affrontare gli ultimi assalti tedeschi.

Ma il 13 novembre il generale Alexander, comandante in capo delle forze alleate nel Mediterraneo, comunica che «la campagna estiva, iniziata l’11 maggio e condotta senza interruzione fin dopo lo sfondamento della linea Gotica, è finita» e pertanto invita i partigiani a sospendere la lotta e ad attendere il superamento dell’inverno. Così, malgrado la conquista di monte Battaglia avesse aperto la strada per la pianura Padana, l’avanzata degli alleati continuerà a piccoli passi fino all’offensiva di primavera.

Le prime pattuglie alleate raggiungono l’abitato di Fontanelice il 29 novembre, ma i liberatori ne prendono possesso soltanto l’8 dicembre, dopo che i tedeschi si sono ritirati verso Borgo Tossignano dove, sfruttando il formidabile ostacolo naturale offerto dalla cresta dei Gessi, la 715ª Divisione ha approntato una nuova linea di difesa. Lo stesso giorno si insedia la prima Amministrazione comunale di Fontanelice composta da Giulio Pallotta, Luigi Casadio e Giuseppe Silvestrini, che si mette subito al lavoro per reperire viveri e medicinali per la popolazione.

Ma i fontanesi non tornano subito nelle loro case. Il paese infatti ha subito pesanti distruzioni. Un rapporto redatto dall’Allied military government così descrive lo stato in cui versa Fontanelice. «La città è stata gravemente danneggiata ed è ampiamente minata, moltissime case sono trappole esplosive. Al momento sono presenti in città solo circa 30 persone, dato che il resto della popolazione è fuggito nei villaggi e nelle campagne circostanti…».

Più avanti, nella terra di nessuno, c’è Borgo Tossignano in mano al nemico e, più avanti ancora, la desolazione. L’inverno incombente e la difficoltà di avanzare lungo la strada dominata dai bastioni naturali di Tossignano, Croara e Rocchetta spingono gli alleati ad attestarsi a sud del rio di Gaggio e di Filetto, in posizione difensiva.

Verso la fine dell’anno una unità inglese riesce fortunosamente a infiltrarsi a Tossignano durante il cambio della guardia, ma il colpo di mano viene sventato e i soldati inglesi tutti catturati. Gli alleati accusarono il colpo e decidono di abbandonare la zona. Allora partigiani della 36ª Brigata Garibaldi, ospitati un po’ ovunque presso Castel del Rio e Fontanelice, si offrono di occupare Borgo Tossignano e di tenerlo come caposaldo avanzato.

NELLA FOTO: FONTANELICE, INVERNO 1944-1945: EDIFICI CRIVELLATI
DA COLPI E SCHEGGE DI GRANATE E MINATI DAL NEMICO PRIMA DELLA RITIRATA