24 settembre 1944: la terribile rappresaglia di Sassoleone

24 settembre 1944: la terribile rappresaglia di Sassoleone

Durante la lotta di Liberazione, gruppi di partigiani appartenenti alle brigate Garibaldi 36ª, 62ª e 66ª operarono sul territorio comunale di Casalfiumanese e nei territori limitrofi con un’intensa attività di disturbo e di attacco militare all’esercito occupante tedesco e alle strutture della Repubblica di Salò.

Verso la fine dell’agosto 1944 una compagnia della 62ª Brigata Garibaldi Camicie rosse «Pampurio», acquartierata sull’altipiano dei Casoni di Romagna, tra la valle dell’Idice e del Sillaro, aveva occupato Sassoleone, piccola frazione del comune di Casalfiumanese. Nell’imminenza dell’arrivo degli alleati – racconta lo storico imolese Nazario Galassi – «i partigiani della 62esima, pur tra l’intensificarsi delle operazioni militari che restringevano gli spazi, miravano a fare di Sassoleone una zona libera». Così avevano istituito una parvenza di amministrazione democratica, la quale cercava di far fronte ai problemi più impellenti, quali l’approvvigionamento di viveri, di medicinali e di tutto ciò che abbisognava alla popolazione locale.

Benché i partigiani non sostassero nel paese, questo era divenuto inevitabilmente luogo di collisione in una situazione bellica sempre più critica con l’avvicinarsi del fronte. E infatti la mattina del 23 settembre una pattuglia partigiana, scesa dall’altipiano, nei pressi di Ca’ Cosellini fermò un automezzo tedesco che procedeva in direzione di Castel San Pietro. Lo scontro fu breve e cruento: l’autista e un ufficiale che si trovavano nella cabina di guida rimasero uccisi, ma i soldati che erano sul cassone riuscirono a fuggire.

La notizia della sparatoria si sparse ben presto in paese. Gran parte della popolazione nella notte si rifugiò sui monti per timore della probabile rappresaglia. E a Sassoleone rimasero soltanto alcuni vecchi, delle donne e dei bambini sfollati.

Infatti la reazione non si fece attendere: all’alba del 24 settembre (era una domenica nebbiosa) un reparto di Schutzstaffel, le famigerate SS (secondo altra fonte erano soldati della 44ª divisione della Wehrmacht), risalì la valle del Sillaro su alcuni autocarri. Trovate deserte le case vicino al luogo dello scontro, i militari nazisti vi diedero fuoco. Portatisi poi nell’abitato, rastrellarono i pochi abitanti rimasti, il cui destino si compì tra raffiche di mitra e lancio di bombe a mano. Le più persone, circa una ventina, si erano rifugiate dentro la chiesa, ma vennero spinte a forza contro il vicino campanile assieme al parroco, don Settimio Patuelli, e quivi uccise.

«Si udì un grande urlo collettivo che non aveva più nulla di umano, seguito da alcune raffiche di mitragliatrice – racconterà la partigiana Diana Sabbi –. Poi, il silenzio. Un quarto d’ora dopo incominciarono le esplosioni e un gran polverone si alzò verso il cielo». I tedeschi avevano minato con cariche di tritolo quella solidissima costruzione e l’avevano fatta crollare sui corpi delle vittime.

Gli edifici circostanti vennero cosparsi di benzina e incendiati, creando un falò impressionante per chi ebbe modo di vederlo dall’altro versante della vallata. Ma il massacro non era ancora finito. Altre persone vennero uccise nelle case coloniche vicine. Talvolta in modo atroce, come due anziani bruciati vivi nel rogo del fienile di Ca’ del Vento.

Nel pomeriggio, reparti di retroguardia tedeschi, incalzati dalle prime pattuglie americane che scendevano dal monte La Fine, si attestarono in quel che restava del paese. Fu l’artiglieria americana a farli sloggiare, contribuendo però ad aumentare la devastazione. Sassoleone, ridotto ormai a cumuli di macerie annerite dalle fiamme, venne raggiunto dagli alleati il successivo 3 ottobre, ma dovette passare ancora diverso tempo affinché i familiari delle vittime della strage potessero recuperarne i corpi e dare loro adeguata sepoltura.

Di quella rappresaglia, il Comune di Casalfiumanese stilò un elenco di 31 vittime. Eccone i nomi: Giovanni Arcangeli, Luciana Bacci, Giovanni Banducci, Giorgio Bittini, Arturo Caprara, Cesarina Cella, Margherita Cella, Emma Dalmonte, Elsa Domenicali, Mario Ferretti, Emilia Fiumi, Fiorina Fiumi, Colomba Galassi, Luigi Gambetti, Duilio Ghini, Giuseppina Ghini, Maria Lelli, Francesca Monti, Margherita Morini Fortuzzi, Mario Morini Fortuzzi, don Settimio Patuelli, Clotilde Poli, Vincenzo Prosperi, Giuseppe Scala, Angela Suzzi, Attilio Suzzi, Anna Maria Tarlazzi, Ettore Tonni, Onesta Turrini, Sante Turrini, Gisella Wolf.

NELLE FOTO: IL CIPPO, POSTO ALLA BASE DEL CAMPANILE,
CHE A SASSOLEONE RICORDA LE VITTIME DELLA STRAGE COMPIUTA
DAI MILITARI NAZISTI IL 24 SETTEMBRE 1944.