14 settembre 1944, Sesto Imolese libera per un giorno, ma i tedeschi uccidono Enea Suzzi

14 settembre 1944, Sesto Imolese libera per un giorno, ma i tedeschi uccidono Enea Suzzi

Sul finire del 1944 in diversi comuni della pianura bolognese si tennero manifestazioni pre-insurrezionali, volute dal Cumer, il Comando unico militare dell’Emilia Romagna, e organizzate dalle locali formazioni partigiane. L’obiettivo era quello di mobilitare le popolazioni e i partigiani combattenti in vista della liberazione di Bologna e provincia, ritenuta ormai imminente di fronte all’avanzare vittorioso delle truppe alleate. E una di queste manifestazioni si svolse il 14 settembre 1944 nell’importante frazione di Sesto Imolese, che per alcune ore venne «liberata» da sappisti e gappisti lì convenuti un po’ da tutta la bassa imolese.

Nelle prime ore di quel 14 settembre 1944 i partigiani locali, supportati da sappisti e gappisti provenienti dalle vicine Sasso Morelli, Mordano, Castel Guelfo e Medicina, interruppero i collegamenti telegrafici e telefonici, bloccarono le strade di accesso a Sesto Imolese e occuparono il centro cittadino. In tutte le strade d’accesso furono messe delle squadre con armi lunghe e una squadra si appostò in centro, mentre una trentina di partigiani con armi corte proteggeva gli abitanti, in prevalenza donne e anziani, che iniziarono a radunarsi nella piazza principale del paese inneggiando alla liberazione. E il presidente del Cln di Imola, Ezio Serantoni (nome di battaglia «Mezanòt»), tenne un accorato discorso, al termine del quale si svolse un corteo con canti antifascisti e della tradizione socialista e comunista.

Colti di sorpresa, fascisti e nazisti non reagirono subito. Un gruppo di soldati tedeschi giunti in paese a bordo di un autocarro, visibilmente stupiti per quell’assembramento di persone, poterono comunque andarsene senza sparare un colpo, in quanto l’ordine che avevano ricevuto i partigiani di guardia alla manifestazione, vista la presenza di civili per le strade, era di reagire solo ad eventuali attacchi.

Ma già nel pomeriggio, a manifestazione ormai finita e mentre i partecipanti iniziavano a sfollare, si ebbero i primi scontri sulla San Vitale. Calato il buio, un reparto tedesco si avvicinò al paese e in via del Tiglio una pattuglia intercettò e uccise il sappista Enea Suzzi, di Osteriola, che stava rientrando a casa dopo aver smobilitato dalla manifestazione.

ENEA SUZZI

Enea Suzzi era nato il 22 maggio 1911 a Imola, da Paolo e Giovanna Mongardi. Colono, partigiano del Battaglione «Pianura» della Brigata Sap «Santerno-Imola», il 14 settembre 1944 prese parte alla manifestazione pre-insurrezionale che si svolse a Sesto Imolese, nel corso della quale parlò Ezio Serantoni, presidente del Cln di Imola. Venne colpito a morte da una pattuglia tedesca mentre stava tornando a casa a manifestazione finita. Aveva 33 anni. Riconosciuto partigiano dal 14 marzo 1944 al 14 settembre 1944.

SACRARIO DI PIAZZA NETTUNO

Il sappista Enea Suzzi è ricordato nel memoriale di piazza del Nettuno, dedicato ai partigiani di Bologna e provincia che hanno sacrificato la propria vita durante la guerra di Liberazione dal nazifascismo. Il sacrario, composto da tre grandi cornici contenenti più di duemila formelle in vetroceramica, è collocato sulla parete di palazzo d’Accursio, sede del Comune, che affaccia su piazza del Nettuno, sul fronte della biblioteca Salaborsa.

MONUMENTO AL PARTIGIANO

Il monumento al Partigiano di piazzale Leonardo da Vinci (la rotonda di viale Dante) è uno dei luoghi di Imola ove si svolgono le celebrazioni per l’anniversario della Liberazione e in memoria dei caduti della Resistenza, organizzate dal Comune di Imola e dalla sezione locale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia.

L’Anpi di Imola fin dal 1945 decise la realizzazione di un monumento commemorativo della Resistenza, per ricordare i tanti partigiani imolesi morti per la Libertà. Monumento che venne finanziato tramite una sottoscrizione popolare. Della sua ideazione fu incaricato lo scultore Angelo Biancini, famoso artista di Castel Bolognese, che realizzò una statua in bronzo. L’opera venne inaugurata con una cerimonia molto partecipata il 12 maggio 1946.

Il monumento al Partigiano di piazzale Leonardo da Vinci nel 1973 ha poi goduto di nuova notorietà quando l’Anpi imolese decise di promuovere una nuova raccolta fondi per corredare la statua in bronzo di quattro lapidi a forma di libro con riportati i nomi dei 107 caduti imolesi nella lotta di Liberazione, tra i quali Enea Suzzi. L’occasione fu il trentesimo anniversario dell’8 settembre, data simbolo per l’inizio della Resistenza.

SACRARIO DI PIRATELLO

Nel cimitero di Piratello, all’ingresso del sacrario sotterraneo dedicato «Ai caduti della Resistenza», vi sono le foto dei partigiani imolesi caduti durante la guerra di Liberazione. Tra queste anche la foto di Enea Suzzi.

CIPPO DI SESTO IMOLESE

La manifestazione pre-insurrezionale che si svolse il 14 settembre 1944, durante l’occupazione nazifascista, è ricordata da un cippo con lapide posto nel parco di Sesto Imolese.

LAPIDE DI OSTERIOLA

Il nome di Enea Suzzi compare anche nella lapide commemorativa che si trova nella frazione imolese di Osteriola, sulla parete esterna della casa (numero civico 190) posta in prossimità dell’incrocio tra le vie San Vitale e Correcchio Inferiore. Inaugurata il 26 febbraio 2017, in sostituzione di precedenti lapidi lì poste, ricorda i partigiani di Osteriola, o caduti in tale frazione imolese, durante la guerra di Liberazione dal nazifascismo.